La presente ora apocalittica, che come uragano di distruzione e pioggia di sangue passa sopra la terra, chi ben ne consideri gli effetti religiosi e morali, non può a meno di ritenerla bisognevole di una nuova proclamazione del Decalogo [dei dieci Comandamenti], che il divino Maestro, rispondendo a chi lo aveva interrogato quale fosse il più gran Comandamento della Legge, compendiò nella sua infinita sapienza in due precetti, dicendo che il massimo e primo è amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente [che significa: credere e fare tutto quello che Dio comanda per mezzo della Sua Chiesa]; e che il secondo è simile al primo: amare il prossimo come se stesso, perché in questi due comandamenti gravitano tutta la Legge e i Profeti. In quest’ora [Pio XII scrive nel 1944, prima del “Vaticano Secondo” e delle sue funeste conseguenze su scala globale] Dio e l’uomo, tutto ciò che è religioso e spirituale, (...), sembra che risorga e riacquisti in mezzo agli universali dolori e lamenti una speciale vivacità e un senso più profondo, che penetrano e scuotono le più oscure latebre del cuore e i più riposti pensieri delle menti. Le verità religiose più semplici e una volta per tutti indiscusse, la divina Provvidenza che governa il mondo, la giustizia fra le genti che affanna pensatori e popoli, sono divenute grandi questioni, «pietre di scandalo»‚ intorno alle quali dibattono, si dividono e divergono gl’intelletti e le volontà operose degli spiriti, che a difenderle e sostenerle, per informare ad esse la propria vita, sentono la necessità di grande coraggio e di somma prontezza. Nel mondo di oggi i dieci Comandamenti di Dio sono i dieci scaglioni per salire la montagna della vita cristiana e della perfezione nella sequela di Cristo: duri e massicci scaglioni che, saliti, elevano l’uomo sopra l’oscuro abisso del decadimento morale. Sono quasi monti che si innalzano l’uno sopra l’altro, verso i quali l’umanità, che vuol salvarsi e ascendere a conquistare la vita, ha da sollevare e tener fissi gli occhi, perché dal superarli col soccorso divino può venire soltanto la salute e la gloria del trionfo. Tocca a voi [Predicatori], diletti figli, di contribuire a rendere gli uomini atti a ricevere questa salvezza, conducendoli sul monte del Signore, affinché Egli insegni loro le sue vie ed essi seguano i suoi pensieri.

[Dal Discorso di Sua Santità Pio XII ai parroci ed ai quaresimalisti di Roma, martedì 23 febbraio 1944; cf. Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, V, Quinto anno di Pontificato, 2 marzo 1943 - 1° marzo 1944, pp. 185-207. Tipografia Poliglotta Vaticana. Documento ricco di infallibili sentenze ed attualissimo].