Notte di San Bartolomeo - Enciclopedia Cattolica, Vaticano, anno 1949, volume II, colonne 924-926. È uno degli episodi, forse il più crudele, che insanguinarono la Francia durante le (cosiddette, ndr) guerre di religione. Oltre al fanatismo feroce della propaganda ugonotta, contribuì a generare il macello soprattutto l’antagonismo fra i due partiti, in cui era scissa l’alta nobiltà francese per conquistarsi il predominio nel regno. L’uno di essi, quello dei Guisa, posava come campione del cattolicesimo, l’altro, rappresentato dai Condé e dai Borboni, favoriva gli ugonotti, assai più per intenti politici che per convinzione religiosa. Il re Carlo IX e la madre Caterina de’ Medici, pur bramando la vittoria del cattolicesimo, miravano in modo particolare a non rimanere sopraffatti da nessuno dei partiti in lotta. Chiusa la terza guerra di religione con la pace di St-Germain-en-Laye nell’agosto 1570, con la quale gli ugonotti ottenevano piena tolleranza in tutto il regno e come pegno quattro fortezze di sicurezza, cominciarono le lusinghe di Gaspero di Coligny, capo degli ugonotti, per guadagnarsi l’animo di Carlo IX e spingerlo contro la Spagna con la mira della conquista dei Paesi Bassi spagnoli. Caterina allora si affidò di più ai Guisa. Il matrimonio di Enrico di Borbone, re di Navarra, con Margherita di Valois, sorella del re, celebrato il 18 agosto 1572 a Parigi, che avrebbe dovuto rassodare la pace interna, richiamò a Parigi molti nobili ugonotti che vi giunsero armati; e fu allora che Caterina, intimorita della loro arroganza, decise di disfarsi del Coligny; ma l’attentato contro di lui (22 agosto) non riuscì e non fece che accrescere gli odi di parte.

• Caterina allora si appigliò al partito disperato di fiaccare gli ugonotti con il sopprimere il maggior numero possibile di loro a Parigi e nel resto del regno. Messasi d’accordo con il prevosto dei mercanti e vinta la titubanza del re, decise che ad un dato segnale la notte sul 24 agosto venissero uccisi di sorpresa gli ugonotti. Il colpo riuscì e la strage si estese nei giorni seguenti a Meaux, Orléans, Troyes, Saumur, Blois, Tours, Angers, Rouen, La Charité, Lione. Altrove non si vollero eseguire gli ordini regi ed i Vescovi stessi ne impedirono o attenuarono l’esecuzione. Quanto alle vittime riuscì impossibile stabilirne il numero, che salì a qualche migliaio; fra esse furono anche cattolici vittime della confusione o di vendette private; molte infatti ne furono eseguite in questo trambusto. Certo è ormai che la strage non fu preparata da lunga mano, ma decisa repentinamente, e fu dovuta a preoccupazioni politiche cagionate soprattutto dal colpo contro il Colingy che, non riuscito, aveva compromesso la regina madre.

• Il Papa non vi ebbe parte alcuna e non ne fu avvertito che a strage compiuta e questa gli venne presentata come una vittoria del re contro la congiura ordinata dagli ugonotti contro di lui. Si ebbe la convinzione a Roma che il colpo avesse salvato la dinastia e il cattolicesimo in Francia e furono perciò ordinate pubbliche preghiere di ringraziamento, fu coniata una medaglia e nella sala regia del Palazzo vaticano fu fatta eseguire a fresco una pittura commemorativa, con il desiderio che ormai avesse ad essere purgata la Francia dal veleno dell’eresia (eresia = vera causa delle guerre di religione, unitamente alle disordinate ambizioni di alcuni governanti ed alla furia anticristica dei nemici di Gesù Cristo, ndr). Pio Paschini

In foto incisione su rame di William Andrews. Ugonotti torturano un Sacerdote cattolico.