Un piccolo omaggio a Mons. Michel Guérard des Lauriers OP (+ 27 febbraio 1988) che oggi ricordiamo. Una mia, benché misera, riflessione sulla sua Tesi detta «di Cassiciacum». Tesi mai confutata - e non confutabile in quanto vera - che risponde con cattolico rigore alle frequenti domande: «1° Bergoglio è veramente Papa? 2° Gli altri Papi del Vaticano Secondo erano veramente Papi? 3° Come mai hanno ordinariamente promosso errori contro la fede e la morale così grossolani?». Il popolo - a noi interessa chi si dice cattolico - ha abitualmente due risposte: 1° Si, non noto nulla di strano. Evidentemente la religione dei primi è l'ignoranza; 2° Si, ma devo resistere ai suoi errori. Evidentemente la religione dei secondi è il lefebvrismo o "tradizionalismo". Ambo le risposte sono false, ed è stato già dimostrato che: 1° Gli errori esistono e non si possono negare; 2° Il Vicario di Cristo «conferma nella fede» e non «conferma nell'errore». La dottrina cattolica - con le risposte alle obiezioni - è già stata esposta negli «Appunti sulla questione del cosiddetto "papa eretico"», dunque non mi ripeterò. Concentriamoci su questo piccolo omaggio a Mons. Michel Guérard des Lauriers, dove intendo dimostrare che la distinzione tra materia e forma nel Papato è indirettamente enunciata anche nella Sacra Scrittura. Papato = Suprema Istituzione che esercita immediatamente le funzioni di governo, dottrina e culto trasmesse da Gesù Cristo all'Apostolo Pietro ed ai suoi successori, quali Suoi Vicari.

- 1° Aspetto materiale del Papato nella Sacra Scrittura. Designazione da parte della legittima Autorità (il primo a designare fu direttamente Gesù) dell’uomo Pietro atto a divenire Papa (materia) . «... Tu es Petrus et super hanc petram ædificabo ecclesiam meam». Segue la sentenza: «... et portæ inferi non prævalebunt adversus eam ...»: significa che le potestà diaboliche muoveranno continua guerra al Papato, tuttavia non riusciranno a riportare la vittoria. Da questa promessa deduciamo l'immobilità - anche indefettibilità - ed infallibilità della Chiesa e del suo Capo terreno. Finalmente: «... et tibi dabo claves regni cælorum ...» (S. Mat., XVI, 18 seg.)». Petrus ... Petram, originale aramaico usato da Gesù «Kefas» = macigno. Gesù promette a Pietro (N.B. promette: ... Ti prometto che in futuro ...) immediatamente un Primato non di solo onore ma di giurisdizione sulla Sua Chiesa - «super hanc petram ædificabo ecclesiam mea ... tibi dabo claves regni cælorum ... et quodcumque ligaveris super terram, erit ligatum in caelis, et quodcumque solveris super terram, erit solutum in caelis». Non la fede di Pietro, ma la persona di Pietro – e solo la sua persona, non altri - viene designata Papa da Nostro Signore. Pietro NON ha ancora ottenuto la suprema Potestà di giurisdizione, non è dunque ancora formalmente Papa, ma la suprema Potestà gli è stata promessa da Gesù: promessa a lui e solamente a lui, designato dalla legittima Autorità. Ed ecco evidentissimo l’aspetto materiale del Papato ("materialiter"). «… claves regni cælorum …» = simbolo della suprema Potestà (v. Apoc., I, 18; III, 7). Potere illimitato che viene promesso ma non ancora conferito.

- 2° Promessa immobilità ed infallibilità. «... ego autem rogavi pro te, ut non deficiat fides tua. Et tu, aliquando conversus, confirma fratres tuos ...» (S. Luc., XXII, 32). Gesù prega e promette preghiera - continua e permanente - per l’infallibilità di Pietro; la preghiera di Gesù è certamente esaudita (es. S. Giov., XI, 42). «... tu, aliquando conversus, confirma fratres tuos ...» - Come potrebbe il Romano Pontefice «confermare i fratelli» nella dottrina della fede, nella morale, nel culto, se egli potesse sbagliare in tali materie? Potestà di governo - «... et quodcumque ligaveris ...» - e di santificazione/insegnamento - «... confirma fratres tuos ...» - non semplicemente transitoria ma ordinaria e permanente per necessità. Concludiamo con il Concilio Vaticano (cf. Cost. dogmatica Pastor Aeternus) che questa promessa non può venire meno, né mai avremo delle conseguenze urtanti con il vero significato di questa divina promessa. Il contrario - il contraddittorio - è certamente una proposizione eretica: «Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa Nostra definizione, Dio non voglia!: sia anatema» (Op. cit.). Deduciamo che il pubblico divulgatore - più o meno abituale - di errori e/o di eresie, colui che pretende confermare nell’errore, pur essendo legalmente designato al soglio di Pietro, lo è solo materialmente e fino a prova contraria, ma non lo è formalmente. Mi spiego meglio. Non è ancora il legittimo Pontefice, ma potrebbe diventarlo (e solo lui, non altri) rimuovendo quegli ostacoli che lo fanno agire da anticristo. E' di fede pensare e credere che il Vicario di Cristo sia unito a Cristo, piuttosto che a Satana. Come può un anticristo essere contemporaneamente Vicario di Cristo? Non è possibile (es. S. Matt., XXIV, 5).

- 3° Aspetto formale del Papato nella Sacra Scrittura. «... Dicit ei: Pasce agnos meos ... Pasce oves meas ...» (S. Giov., XXI, 15 seg.). Finalmente Pietro ottiene la forma (distinzione materialiter / formaliter) del Papato, o Potestà suprema di giurisdizione. La legale designazione è un atto umano e visibile (rende nota la materia); il conferimento della potestà è un atto divino ed invisibile (conferisce la forma), ma certamente constatabile - ovvero dimostrabile - dalle conseguenze che produce. Pietro solo adesso - non prima - è Vicario di Cristo, uno con Cristo Re = governa e legifera; uno con Cristo Sacerdote = santifica; uno con Cristo Maestro = insegna. In questo momento - morto e poi risorto il Capo della Chiesa che è Cristo - a Pietro e solo a lui ("materialiter" Papa) viene conferita la Potestà suprema ("formaliter" Papa). Pietro è adesso Papa sia materialmente che formalmente. Il Salvatore compie così verso Pietro la promessa fattagli (S. Matt., XVI, 17-19; S. Giov., I, 42) - commenta il padre Marco Sales - e lo costituisce Capo visibile e Pastore supremo di tutta la Chiesa (gregge del Signore - es. Gerem., X, 21; Ezech., XXXIV, 4; eccetera). A Pietro Pontefice - Vicario di Cristo - da questo momento, non da prima, devono sottostare tutti i fedeli (agnos) e tutti i Vescovi (oves).

- Conclusione. Cosa c’è di poco chiaro o di sbagliato nella Tesi detta «di Cassiciacum»? Nulla: già la Scrittura rileva questa ragionevole e naturale distinzione materialiter / formaliter con una chiarezza inequivocabile, limpida, lapalissiana. Povero Mons. des Lauriers. Uno dei più grandi teologi della contemporaneità che viene criticato e la cui memoria è abitualmente offesa da una ciurma di ignoranti (= chi scrive o parla senza adeguate conoscenze) e flottiglia di incompetenti (= chi è sfornito delle cognizioni e dell'esperienza necessarie a pronunciarsi). I modernisti prima, poi Mons. Lefebvre, furono costretti a rimuoverlo dall'insegnamento ed a comandarne la damnatio memoriae. La ragione pratica? Mons. Michel Guérard des Lauriers diceva la verità, la scomoda, urticante, esiliante verità! Dovremmo essergli tutti estremamente grati.

+ Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen +