Il 28 ottobre del 1986 Carlo Wojtyla (Giovanni Paolo II) ha “l’onore ed il piacere” di dare il benvenuto ad Assisi, città del povero San Francesco, ai “rappresentanti delle diverse chiese e comunioni cristiane per la giornata mondiale ecumenica di preghiera per la pace”. “Il trovarsi insieme di tanti capi religiosi per pregare” è, per Wojtyla, “un invito al mondo a diventare consapevole che esiste un’altra dimensione della pace; un invito alla preghiera, il cui risultato esprime una relazione con un potere supremo che sorpassa le nostre capacità”. Ma attenzione, egli aggiunge, “ciò non è una concessione a un relativismo nelle credenze religiose, perché ogni essere umano deve sinceramente seguire la sua retta coscienza nell’intenzione di cercare e di obbedire alla verità”. La giornata di Assisi è “un giorno destinato alla preghiera e a ciò che accompagna la preghiera nelle nostre tradizioni religiose… Le nostre tradizioni sono molte e varie, e riflettono il desiderio di uomini e donne lungo il corso dei secoli di entrare in relazione con l’Essere Assoluto”. Sono oramai passati 35 anni da quel lontano giorno, anni in cui l’incontro di Assisi si è ripetuto, aprendo finalmente agli atei con Giuseppe Ratzinger (Benedetto XVI) ed a circensi di ogni risma con Giorgio Bergoglio (Francesco). Eppure, a distanza di 35 anni, nonostante l’ecumenismo sia diventato “non più negoziabile”, ben pochi hanno capito chi è “l’Essere Assoluto” che in questo contesto viene pregato. L’autore, non certo attanagliato dal dubbio, interroga due millenni di Chiesa alla ricerca di una risposta. Chi è “l’Essere Assoluto” dell’ecumenismo? Chi è il “potere supremo” invocato ad Assisi? Quante Chiese esistono? Nostro Signore Gesù Cristo benedice la giornata di Assisi ed i suoi simulacri? Perché le guerre sono aumentate? Buona lettura ...

 

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