E invero lottare pienamente e perfettamente, con ogni mezzo offerto dalle più serie discipline, per la santità della Bibbia, è cosa ben più grande di quanto non sia lecito aspettarsi dalla sola diligenza degli interpreti e dei teologi. Per questo è da desiderarsi che si uniscano e lavorino a questo fine anche quelli, tra gli studiosi cattolici, che si siano acquistata una certa autorità e fama nelle varie scienze profane. Se mai, per il passato, mancò alla Chiesa il sostegno di questi ingegni, neppure ora, per grazia di Dio, è venuto a mancare, e voglia il cielo che aumenti sempre più a sussidio della fede. Nulla, infatti, stimiamo più necessario di questo e cioè che la verità acquisti più validi propugnatori, fidi quanto non lo siano gli avversari. Né vi è alcun mezzo che maggiormente possa indurre il popolo all’ossequio della verità, quanto il vederla liberamente professata da coloro che godono di autorità in qualche stimata disciplina. Che, anzi, sarà facile in questo caso che desistano dal loro odio anche gli stessi detrattori, o almeno non osino più asserire così impudentemente che la fede è contraria alla scienza, allorché vedranno illustri scienziati rendere sommo onore e riverenza alla fede. Dal momento dunque che così grande vantaggio possono recare alla religione coloro cui benignamente Dio elargì, con la grazia della professione cattolica, anche il dono di un felice ingegno, si scelga perciò ciascuno, in questo effervescente movimento di studi che toccano in qualche modo le Scritture, un genere di disciplina più adatto per sé, nel quale, una volta divenuto esperto, possa, non senza gloria, respingere le accuse lanciate in nome della falsa scienza contro le sacre Scritture. Prosegue ...

 Leone XIII, «Providentissimus Deus». Difesa contro gli errori moderni. Integrità dei libri sacri