Fortes in Fide, don A. Bussinello, S.A.T., Vicenza, 1922. «Il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine». Gesù Bambino. Era giunto il momento promesso da Dio ad Adamo ed Eva, e preannunciato più volte dai profeti, della venuta del Redentore del mondo, del Riparatore del fallo dei nostri progenitori. Il Signore ne aveva già scelto la Madre in un’umile vergine di Nazareth, ma prima volle l’assenso di lei. Ecco quindi l’Arcangelo Gabriele che, a nome di Dio, si presenta alla Vergine Maria e le annuncia che sarebbe divenuta la Madre dell’Uomo-Dio. «Ave Maria, le dice con voce soave, divina, ti saluto, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra tutte le donne». Maria si turba, teme di perdere la sua verginità, già consacrata a Dio, ma l’Angelo la rassicura che tutto sarebbe avvenuto per miracolo dell’Onnipotente. «Non temere, o Maria, poiché hai trovato grazia presso il Signore... tu avrai un figlio, gli porrai nome Gesù, egli sarà grande e si chiamerà il Figlio dell’Altissimo... niente è impossibile a Dio». Maria accetta la volontà del Signore e risponde all’Arcangelo: «ecco l’ancella del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola» (S. Luca, I, 26-38). E l’Angelo tornò in Cielo. In quel momento stesso il Figlio di Dio si fece carne ed abitò fra noi: «et Verbum caro factum est et habitavit in nobis» (S. Giov., I, 14). è il mistero dell’lncarnazione, che la Chiesa festeggia il 25 marzo. Natività. Dal 25 marzo passiamo al 25 dicembre, alla grande solennità cristiana che ricorda la nascita del Redentore divino. Per decreto dell’imperatore Cesare Augusto, che ordinava la enumerazione di tutta la sua popolazione, Maria e Giuseppe, suo castissimo sposo, da Nazareth dove abitavano e dove avvenne l’Annunciazione e l’Incarnazione, dovettero recarsi a Betlemme, città dalla quale discendeva la loro famiglia, per dare il loro nome. Le due piccole città distavano tra loro ottanta miglia, non c’erano né tram, né ferrovie come adesso, sicché il viaggio era molto disagiato, la stagione non tanto propizia per un percorso a piedi; tuttavia i due santi Sposi ubbidirono, senza lamenti, al comando dell’autorità, si misero in viaggio e arrivarono a Betlemme stanchi, ma contenti. Le case della cittadina però erano tutte occupate per la grande affluenza dei forestieri; inutilmente San Giuseppe cercò una stanzetta per la Sposa e per sé, da per tutto rispondevano: non c’è posto! Intanto il sole tramontava, si avvicinava la notte, ed i due poveretti si rifugiarono fuori di città, in una grotta dove i pastori dei dintorni ricoveravano se stessi e i loro animali quando il tempo minacciava. Era volere di Dio che il Figlio suo, il Salvatore del mondo, venendo in terra, nascesse in una stalla, nella completa privazione di tutto... E qui appunto, durante la notte, venne al mondo il Redentore dell’umanità... Maria lo avvolse in poveri pannicelli e lo pose in una mangiatoia: poi con Giuseppe s’inginocchiò e lo adorò, mentre gli Angeli, scesi a schiere dal Cielo, cantavano inni al loro Re, tanto abbassatosi per salvare gli uomini: «gloria a Dio nel più alto de’ Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà» (S. Luca, II, 14). Contempliamo un poco questo gruppo divino. Gesù Bambino che gode nel darci la prima lezione di disprezzo delle cose di quaggiù, un esempio commovente di povertà, la più squallida. Maria, la Vergine illibata ed umile, divenuta la Madre di Dio... Chi può dire la gioia del suo Cuore nel vedersi dinanzi il Messia da tanto tempo promesso, l’Aspettato da tutte le genti, la seconda Persona della SS. Trinità, Dio come il Padre e lo Spirito Santo, fattosi Uomo per salvare l’umanità? E Giuseppe? Egli non è il padre di Gesù, ma solo il custode, al quale il Signore affida la Vergine ed il Figlio, perché ne provveda ai bisogni e li aiuti nelle necessità della vita; tuttavia egli sente di essere il capo di quella sacra Famiglia, sente che il Signore lo innalzava alla dignità altissima di padre putativo dell’Uomo-Dio. Pastori e Magi. Intanto gli Angeli avvertirono i pastori, che nei dintorni stavano vegliando il gregge, della nascita del Salvatore del mondo, e a frotte vennero questi poveretti alla grotta ad adorare Gesù, ad offrirgli le poche cose che avevano. «Non temete, disse loro l’Angelo del Signore... è nato a voi oggi il Salvatore che è il Cristo Signore, nella città di David... Troverete un bambino ravvolto in pannicelli e posto in una mangiatoia... E vistolo si persuasero di quanto era stato detto loro di quel Bambino, e se ne tornarono glorificando e lodando Iddio» (Idem, 8-20). Ma oltre i piccoli e gli umili Gesù volle alla sua culla anche i grandi ed i sapienti della terra: tutti dovevano piegarsi dinanzi a Lui, e per mezzo di una stella, apparsa d’improvviso nel cielo, avvertì i Sapienti Orientali del grande avvenimento. Costoro, spinti da impulso interno, pensarono esser nato il Redentore da tanti secoli promesso, e sui loro cammelli, seguiti da servi, intrapresero il viaggio. La stella miracolosa li guidò, finché giunsero a Gerusalemme. Qui interrogarono i dottori della legge e venne loro risposto che il Messia dove a nascere a Betlemme. Ripresero il viaggio e seguirono ancora la stella, finché la videro fermarsi sopra la grotta fortunata. Scesero dalle loro cavalcature, entrarono, adorarono il Divino Infante e gli offrirono oro, incenso e mirra, i prodotti dei loro paesi (S. Matteo, II, I-II). Con l’oro lo riconobbero Re, con l’incenso Dio, con la mirra Uomo. È tutta una miriade di fatti meravigliosi, o giovani, che s’aggirano intorno al più grande avvenimento compiutosi nel mondo, l’avvenimento che predomina tutta la storia del genere umano: la venuta del Figlio di Dio sulla terra. Da allora incominciò l’Era cristiana, ossia da quel punto si incominciò di nuovo a contare gli anni, sicché, salvo un errore di qualche anno, Gesù è nato circa 1922 anni or sono [anno in cui scrive don Bussinello, NdR]. Esempio: La casa e la stalla. Voi sarete curiosi di sapere che ne è ora della Casetta di Nazareth dove avvenne l’Annunciazione e l’Incarnazione, e della Grotta dove nacque N. S. Gesù Cristo. Nel 1291 gli infedeli volevano distruggere quella santa Casetta, ma il 10 maggio di quell’anno il Signore la fece staccare dal suolo e portare dagli Angeli in Dalmazia; tre anni e mezzo dopo la fece venire nella nostra Italia, vicino a Recanati, in mezzo ad un bosco, poi in un campo e finalmente in una pubblica via. Fu racchiusa questa Casa in una grande Basilica, e un po’ alla volta le sorse attorno l’attuale città di Loreto. Oggi è adunque tra noi in Italia, a Loreto. E della Grotta fortunata che avvenne? Rimase a Betlemme dove era, venne circondata da una bella Chiesa, arricchita di doni preziosi ed affidata alla custodia dei Padri Francescani. Una stella d’oro indica il punto dove è nato il Figlio di Dio. Pratica. Giovani, quante lezioni ci dà Gesù nel Presepio: lezioni di umiltà, di povertà, di amore, di bontà! Il Figlio di Dio si fa uomo per noi, il Creatore del Cielo e della terra viene al mondo come l’ultimo dei mortali, il Padrone di tutto nasce in una stalla! Come potremo noi, o giovani, desiderare i comodi della vita, come potremo noi invidiare chi è più ricco di noi? Quando ci prende l’invidia pensiamo che c’è sempre qualcuno più povero di noi... pensiamo a Gesù nella Grotta... ed impariamo a vincere la superbia, a riamare Gesù!