• Ci furono ancora molti altri Concilii da Costantino a Carlo Magno, pur restando questi i principali, nei quali i Prìncipi si mostrarono sottomessi e fedeli alla Chiesa. Soprattutto Giustiniano dopo lo svolgimento del quinto Concilio di 120 vescovi (...). Questo infatti risulta evidente dalle leggi che egli fece a favore dello stato ecclesiastico. E anche dalla lettera che mandò in tutto l’impero dopo la celebrazione del Concilio di Costantinopoli, nella quale dichiarava di sottomettersi alle istituzioni della Chiesa, ordinando ai popoli di obbedirle in tutto, ribadendo anche le deliberazioni dei quattro Concili che abbiamo ricordato e riconfermandole, mettendo le sue sanzioni e le sue leggi al servizio delle Istituzioni ecclesiastiche, soprattutto riguardo alle usure e al matrimonio, intorno ai quali è imbastita tutta la vita.

• Questo Concilio fu celebrato contro Teodoro e i suoi seguaci di Costantinopoli, i quali affermavano che il Verbo di Dio era distinto dal Cristo, e negavano anche la Beata Maria. Il sesto, poi, fu celebrato nella città imperiale predetta col patrocinio di Costantino IV; vi parteciparono 150 vescovi, su richiesta di Papa Agatone contro (coloro) che sostenevano esservi in Cristo una sola operazione e una sola volontà, secondo l’eresia di Eutiche. In questo concilio Costantino, che visse 150 anni dopo Giustiniano, favorì molto la fede, distruggendo gli eretici monoteliti, che il padre e il nonno avevano favorito, e fece restaurare le chiese da loro distrutte.

• I fatti ricordati bastino a dimostrare che gli Imperatori di Costantinopoli furono protettori e attivi difensori della Chiesa di Roma fino al tempo di Carlo Magno. A quell’epoca, essendo la Chiesa oppressa dai Longobardi, e poiché l’impero di Costantinopoli non portava aiuto, forse perché non poteva, dal momento che la sua potenza era diminuita, il Pontefice Romano chiamò in sua difesa contro quei barbari il Re dei Franchi. Prima il Papa Stefano e il suo successore Zaccaria chiamarono Pipino contro Astolfo Re dei Longobardi; poi Adriano e Leone chiamarono Carlo Magno contro Desiderio figlio di Astolfo. Dopo che questi fu tolto di mezzo e vinto insieme alla sua gente, a causa di un così grande beneficio, Adriano, celebrato a Roma un Concilio di 150 vescovi e venerabili abati, trasferì l’Impero dai Greci ai Germani nella persona del Magnifico Principe Carlo; e in questo episodio si vede con sufficiente chiarezza come il potere imperiale dipenda dal giudizio del Papa. Infatti, finché gli Imperatori di Costantinopoli difesero la Chiesa di Roma, come fece Giustiniano per mezzo di Belisario contro i Goti, e Maurizio contro i Longobardi, la Chiesa favorì questi imperatori. Dopo che vennero meno, come al tempo dell’Imperatore Michele contemporaneo di Carlo Magno, si provvide di un altro Imperatore per la sua difesa.

Da San Tommaso d’Aquino, De regimine principum ad regem Cypri, Princìpi non negoziabili sulla società e sulla politica, Capitolo XVIII del Libro III: I due concili ecumenici successivi e le ragioni per cui l’impero fu trasferito dai Greci ai Germani.