Ma ritorniamo al nostro Punto, che Dio con sincera volontà voglia salvi tutti. Vediamo gli altri testi, che comprovano lo stesso. Dice il Signore per Ezechiele (33. 1l.): Vivo ego, dicit Dominus: Nolo mortem impii, sed ut convertatur a via sua, et vivat. Non solo dice che non vuole la morte, ma che vuole la vita del peccatore: e giura, come osserva Tertulliano, per essere in ciò più facilmente creduto: Jurans etiam, Vivo dicens, cupit sibi credi. Di più dice Davide: Quoniam ira in indignatione ejus, et vita in voluntate ejus (Psalm. 29. 6). Se egli ci castiga, lo fa perché i nostri peccati lo provocano a sdegno, ma in quanto alla sua volontà, Egli non vuole la nostra morte, ma la vita: Et vita in voluntate ejus. San Basilio, spiegando appunto questo testo, dice: Et vita in voluntate ejus. Quid ergo dicit? nimirum quod vult Deus omnes vitae fieri participes. Di più dice lo stesso Profeta: Deus noster, Deus salvos faciendi: et Domini Domini exitus mortis (Ps. 67. 21). Commenta il Bellarmino: Hoc est Illi proprium, haec est ejus natura, Deus noster est Deus salvans, et Dei nostri sunt exitus mortis, id est liberatio a morte. Sicché è proprio, ed è natura di Dio il salvare tutti, e liberare tutti dalla morte eterna. Di più dice il Signore: Venite ad me omnes, qui laboratis, et onerati estis, et ego reficiam vos (Matth. 11. 28). Se chiama tutti alla salute, dunque ha vera volontà di salvare tutti. Di più dice san Pietro: Nolens aliquos perire, sed omnes ad poenitentiam reverti (Petr. 3. 9). Non vuole la dannazione d’alcuno, ma vuole che tutti (omnes) facciano penitenza, e con o quella si salvino. Di più dice il Signore: Sto ad ostium et pulso, si quis aperuerit, intrabo (Apoc. 3. 20). Quare moriemini domus Israel? revertimini, et vivite (Ez. 18. 31). Quid est quod debui ultra facere vineae meae et non feci? (Isa. 4). Quoties volui congregare filios suos, quemadmodum gallina congregat pullos suos sub alas, et noluisti? (Matth. 23. 38). Come potrebbe dire il Signore, ch’Egli sta a battere i cuori di noi peccatori? Come esortarci tanto a ritornare alle sue braccia? Come rimproverarci, dicendo che cosa io dovevo più fare per salvarvi? Come dire di aver voluto accoglierci come figli, se Egli non avesse vera volontà di salvare tutti? Di più narra san Luca che Gesù Cristo, mirando da lontano Gerusalemme, e considerando la perdita di quel Popolo per cagione del loro peccato, videns civitatem flevit super illam (Luc. 19. 41). Perché mai pianse allora, dice Teofilatto col Grisostomo, nel vedere la pronta rovina degli Ebrei, se non perché veramente desiderava la loro salute? Ora come poi, dopo tante attestazioni del Signore, con cui si palesa la volontà che ha di veder salvi tutti, può mai dirsi che Dio non voglia la salvezza di tutti? Quod si ista (riprende a dire Petavio) Scripturae loca, quibus hanc suam voluntatem, tam illustribus ac saepe repetitis sententiis, imo lacrymis, ac jurejurando testatus est Deus, calumniari licet, et in contrarium detorquere sensum, ut (praeter paucos) Genus humanum omne perdere statuerit, nec eorum servandorum voluntatem habuerit, quid est adeo disertum in Fidei decretis, quod simili ab injuria et cavillatione tutum esse possit? Il dire che Dio non voglia veramente salvi tutti, dice questo grande Autore, è un’ingiuria, e cavillo contro i più chiari Decreti della Fede. E il Cardinal Sfondrati aggiunge: Plane qui aliter sentiant, nescio an ex Deo vero Deum scenicum faciant, quales sint qui Reges in Theatro se fingunt, cum tamen nihil minus quam Reges sint. Questa verità poi, che Dio voglia salvi tutti, viene confermata comunemente dai Ss. Padri. Non si dubita, che in ciò tutti i Padri Greci sono stati uniformi, in dire che Iddio voglia salvi tutti, e ciascuno degli Uomini; così san Giustino, san Basilio, san Gregorio, san Cirillo, san Metodio, san Grisostomo, tutti rapportati da Petavio. Ma vediamo quel che ne dicono anche i Padri Latini. ...

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