• Rito di iniziazione alla vita cristiana, mediante l’immersione-lavacro nell’acqua naturale. Nel Nuovo Testamento manca un’esposizione sistematica su tale sacramento; anzi non si descrive neppure il momento preciso della sua istituzione da parte di Gesù Cristo. Però, è insegnata esplicitamente la necessità di tale sacramento e sono svolti occasionalmente non pochi aspetti teologici su la sua efficacia.

• Non sappiamo quando Gesù l’istituì, ma la sua vita pubblica cominciò dopo il battesimo ricevuto da Giovanni (Mc. l, 9-13), seguito poco dopo da un discorso sulla necessità di una «rinascita» spirituale, mediante l’acqua e lo Spirito Santo (Io. 3, 3-6), e terminò col comando di battezzare tutti i futuri credenti: «Andate ed istruite tutte le genti, battezzandole nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt. 28, 19). È certo che il battesimo di Giovanni (cf. Mt. 3, 11; Mc. 1, 8; Act. l, 5) era un bagno puramente simbolico per sanzionare la risoluzione di un risveglio morale; rito che doveva eccitare ed esprimere i sensi di un sincero pentimento interno. Si discute sul valore del battesimo amministrato da Gesù durante la sua vita pubblica (Io. 3, 26). Alcuni non lo distinguono da quello di Giovanni, mentre altri lo ritengono già un vero sacramento capace di conferire la grazia.

• Negli Atti degli Apostoli abbiamo la documentazione pratica nella necessità del battesimo. Esso viene amministrato ai primi credenti nel giorno di Pentecoste (Act. 2, 41) e quindi si ricorda diverse volte il suo conferimento anche per il tempo successivo (cf. ibid. 8, 16.38; 9, 18; 16, 15.33; 19, 5). San Pietro pone espressamente come condizione per ottenere la salvezza il «ravvedimento» ed il battesimo (ibid. 2, 38).

• Talvolta negli Atti degli Apostoli si parla di battesimo conferito nel nome di Gesù Cristo. Insieme a qualche testo patristico (particolarmente di Eusebio di Cesarea), l’espressione è stata sfruttata quasi che riproducesse od accennasse ad una formula battesimale diversa da quella trinitaria prescritta in Mt. 28, 19 e mantenuta inalterata dalla Chiesa lungo i secoli. In realtà il riferimento al Cristo non è altro che un modo per distinguere il battesimo da riti analoghi praticati presso taluni movimenti religiosi ed in particolare da quello simbolico di Giovanni. Negli Atti 8, 38; 10, 47, parimenti, si insiste nel rilevare che materia del sacramento è l’acqua, termine usato metonimicamente da San Pietro anche per indicare il battesimo (ibid. 10, 47). Talvolta il conferimento del battesimo è accompagnato da manifestazioni carismatiche (in genere: glossolalia), ma in nessun testo si afferma una stretta e necessaria connessione fra i due fenomeni.

• [Non va confusa la glossolalia - pronuncia di una o più lingue sconosciute a chi parla - con le teatrali mistificazioni, talvolta dal carattere isterico, abituali presso moderni gruppi di sedicenti carismatici, i quali, peraltro, non potrebbero mai essere confermati nei loro numerosi errori dottrinali dalle manifestazioni carismatiche. Secondo la teologia, il «dono delle lingue» fu concesso agli Apostoli, che dovevano evangelizzare i popoli della terra, per due motivi, e non esiste più questa necessità. Motivo uno: «perché ne avevano bisogno per farsi comprendere»; motivo due: «perché come la confusione delle lingue fu segno dell’allontanamento del mondo da Dio, così il dono delle lingue doveva essere il segno del riavvicinamento del mondo a Dio». Ecco perché, scrive sant’Agostino, «pur ricevendosi anche oggi lo Spirito Santo, nessuno parla più le lingue di tutte le genti; perché ormai tutte codeste lingue le parla la Chiesa, dalla quale chi è escluso non riceve lo Spirito Santo» (cf. San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, II-II, q. 176, a. 1 ad 3), ndR].

• Primo effetto del sacramento istituito da Gesù è precisamente la remissione dei peccati (cf. I Cor 6, 11; Eph. 5, 26; Tit. 3, 5; Hebr. 10, 22). È il passaggio dal regno del male alla sequela del Cristo, determinato dal recupero dell’innocenza (cf. Act. 2, 38; 10, 46 s.; 26, 18). San Giovanni [Apostolo] preferisce parlare [nel suo Vangelo] di «rinascita» e di acqua rigeneratrice: «Se uno non sarà rinato per acqua e per Spirito non può entrare nel Regno di Dio» (3, 5; cf. I Io. 5. 6.8). Si tratta di un rito esterno necessario, ma la sua efficacia è inconcepibile, nell’adulto, se si prescinde dalla fede, che deve essere già nell’animo del convertito. Per questo vediamo come San Paolo usi la libertà di attribuire indifferentemente al battesimo ed alla fede i medesimi effetti (cf. Gal. 2, 19 s.; 3, 26 s.; Col. 2, 10-13; Rom. 6, 3 ss.; Eph. 2, 5-8). L’insegnamento della necessità del battesimo come mezzo indispensabile di salvezza è accentuato nel Vangelo di Giovanni (3, 5) e nella Lettera di Pietro, ove si sfrutta la tipologia tra il battesimo e l’acqua del diluvio (I Pt. 3, 20 s.).

• San Paolo insiste sull’unione al Corpo Mistico od incorporazione al Cristo, prodotta dal battesimo. Egli rileva volentieri il metodo ordinario di battezzare per immersione per segnalarvi un riferimento simbolico alla morte ed alla risurrezione del Cristo (cf. Rom. 6, 3 ss.). Si ha la morte mistica del cristiano (Rom. 6, 3-11; Col. 2, 12.20; 3, 3) e quindi la risurrezione o la nascita ad una nuova vita (Rom. 6, 4; II Cor. 3, 18; Col. 3, 3), in cui partecipa alla santità ed incorruttibilità divina (Rom. 6, 2-14; Col. 3, 9 s.). È la morte al peccato, alla concupiscenza (Rom. 6, 6; cf. Eph. 4, 22 ss.; Col. 3, 9) ed in modo particolare alla Legge mosaica (Rom. 7, 6; Gal. 2, 19). Dal lato positivo si ha la filiazione adottiva e la vita nello Spirito (Gal. 4, 5 s.; Rom. 5, 5; II Cor. 3, 3).

• La necessità fondamentale del battesimo fece sì che presto nell’antichità si determinassero i punti non precisati nella Bibbia (battesimo per infusione, dei bambini, degli eretici ecc.); per questo possiamo affermare che la dottrina sul battesimo è stata la parte della Teologia fissata per prima e con maggiore esattezza e completezza. I Cor. 15, 29 va così tradotto: «Altrimenti (se i morti non risorgono), che otterranno quelli che sono battezzati? Per i morti? (cioè sono essi battezzati per essere annoverati tra i morti che mai risusciteranno ?). In vero, se i morti non risuscitano, perché farsi battezzare? Per chi? (per essere poi nel numero di coloro che muoiono per sempre?).

Dal Dizionario biblico, Mons. Francesco Spadafora - pace all’anima sua! - Studium, Roma, Imprimatur 1955.