Giudizio universale, o finale è la manifestazione della giustizia divina in un atto giudiziario unico per tutta insieme l’umanità. La dottrina del «giorno del Signore» nel Vecchio Testamento comprende alcuni aspetti riferibili al Giudizio universale (Ps. 97, 8-9; Is. 13, 9; Soph. 1, 2; Ioel 2, 1). La rivelazione completa di questo fatto escatologico è nel Nuovo Testamento, dove ne sono descritte le modalità con abbondanza di particolari (specialmente Mt. c. 25, I Thess. 4, 13-17 ; I Cor. 15). Avvenuta la risurrezione dei morti, allo squillo dell’ultima tromba (I Cor. 15, 52 ss.), ed al grido di un Arcangelo (I Thess. 4, 16), Cristo comparirà Giudice dall’alto del cielo, seduto su un trono (Apoc. 20, 11 s.), ed i giusti risorti tutti insieme (non alcuni prima, altri dopo: I Thess. 4, 15; cf. I Cor. 15, 51) gli andranno incontro. Di questo giudizio che verterà su ogni attività umana, pensieri (I Cor. 4, 5), parole (Mt. 12, 36), opere (Rom. 2, 6) e omissioni (Iac. 4, 17), l’umanità intera risulterà divisa in buoni e cattivi, e per ognuna delle due categorie vi sarà la sentenza appropriata (Mt. 25, 34-46). Per il tempo nulla è detto, se non che prima del Giudizio universale, Israele (come gruppo) si convertirà al Cristianesimo (Rom. 11, 25 ss.). Lo stesso dicasi del luogo; ché Ioel 3, 2 «valle di Iosafat» è solo nome simbolico, e la profezia riguarda la punizione dei popoli finitimi, ostili ad Israele, rientrato dall’esilio. [Voce tratta dal Dizionario Biblico di mons. Francesco Spadafora, Studium, Roma, 1955].