La verace devozione a Maria - oramai la conclusione sgorga spontanea - deve non già limitarsi ad un palpito di tenerezza o all’ammirazione di un estetismo poetico, ma dev’essere soprannaturale. Maria è grande per la grazia; e se si prescinde dalla sua particolare divinizzazione, non si riesce neppure a pregarla bene. Ad esempio, noi recitiamo mille volte l’Ave, Maria e forse non abbiamo mai riflettuto sul significato profondo di quel saluto dell’Arcangelo Gabriele: «Ave, o piena di grazia, il Signore è teco». Grazia ed unione con Dio: ecco la Madonna; per questo è «la benedetta fra le donne»; per questo la supplichiamo: «prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte». (E chi sa quanti dei miei lettori, i quali forse hanno brontolato non so quale cumulo di Ave, Maria nella loro vita, faranno adesso per la prima volta la scoperta che nell’Ave, Maria noi invochiamo una buona morte, in grazia di Dio!). Ancora. Una delle preghiere più care al cuore cristiano è l’Angelus Domini, che recitiamo «quando sorge e quando cade il die - e quando il sole a mezzo corso il parte». Ebbene: nell’Angelus, noi, per onorare la Madonna, rivolgiamo il pensiero al centro della storia, al Verbo incarnato, che abitò fra noi, quando, all’annuncio angelico, Maria rispose il suo fiat. E preghiamo per ottenere la grazia: «Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde... Infondi, te ne supplichiamo, o Signore, la tua grazia nelle nostre menti». E quando col Rosario intrecciamo una corona di rose e, meditando i misteri, ricantiamo tante e tante volte il saluto del cuore, cosa facciamo noi, se non considerare Maria unita a Gesù ed aspirare anche alla nostra unione soprannaturale con Dio? Si racconta nella vita d’un frate, devotissimo della Vergine, il beato Josio di Saint-Bertrin, vissuto a Saint-Omer nel dodicesimo secolo, che fu trovato una notte morto nella sua cella; cinque rose bianche ricoprivano il suo volto ridente e su ognuna di esse era scritto: Maria! Simili rose fioriscono sulle labbra, ma hanno le radici nel cuore divinizzato dalla grazia.

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