• Disse ancora il Padre Epifanio: «Grande sicurezza contro il peccato è la lettura delle Scritture» (165b).
• Disse ancora: «L’ignoranza delle Scritture è un grande precipizio e un profondo baratro» (proposizione da non confondere col Sola Scriptura protestante, ndR).
Disse ancora: «È un grande tradimento della salvezza non conoscere nessuna delle leggi divine».
• Il medesimo diceva che i peccati dei giusti sono sulle labbra, mentre quelli degli empi sono in tutto il corpo. Per questo David canta: Poni Signore una guardia alla mia bocca e una porta che chiuda interamente le mie labbra; e: Ho detto: custodirò le mie vie, per non peccare con la mia lingua. Interrogato sul perché i comandamenti della legge sono dieci e nove le beatitudini, rispose: «I comandamenti sono tanti quanti le piaghe d’Egitto, le beatitudini sono il triplo di tre, l’immagine della Trinità» (165bc).
• Gli chiesero ancora se è sufficiente che un solo giusto supplichi Dio. Disse: «Sì. Egli dice infatti: Cercatemi un solo uomo che pratichi diritto e giustizia e io perdonerò a tutto il popolo». Egli ancora disse: «Ai peccatori che si pentono, come alla peccatrice, al ladrone e al pubblicano, il Signore perdona tutto il debito; ma ai giusti chiede anche gli interessi. Ecco cosa significa ciò che disse agli Apostoli: Se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (165c-168a).
• Diceva anche che Dio vende a ben poco prezzo le sue giustizie a chi desidera comprarle: un pezzettino di pane, un umile vestito, una bevanda fresca, una monetina. Aggiunse anche questo: «Se un uomo è costretto dalla povertà o dall’indigenza a prendere a prestito, quando restituisce il denaro ringrazia, ma lo rende di nascosto perché si vergogna. Il Signore Iddio invece fa tutto il contrario: il prestito lo fa di nascosto, ma la restituzione avviene di fronte agli angeli, agli arcangeli e ai santi».
Tratto da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.