Il padre Pietro, discepolo del padre Lot, raccontò che si trovava un giorno nella cella del padre Agatone, quando un fratello venne a dirgli: «Voglio abitare insieme ad altri fratelli. Dimmi in che modo devo vivere con loro». L’anziano gli rispose: «In tutti i giorni della tua vita considerati straniero come il primo giorno in cui ti sei unito a loro, per non avere mai con essi troppa libertà». Il padre Macario gli chiede: «Ma che cosa fa questa libertà?». Gli dice l’anziano: «La troppa libertà è simile a un violento scirocco che, quando arriva, tutti lo fuggono e distrugge i frutti degli alberi». Il padre Macario gli dice ancora: «È dunque così nociva la troppa libertà?». E il padre Agatone: «Nessun’altra passione è più nociva della troppa libertà: è la madre di tutte le altre; il monaco operoso deve guardarsene, anche se vive solo nella sua cella». Disse anche: «Non si può progredire nemmeno in una virtù senza osservare i comandamenti di Dio». Disse anche: «Non mi sono mai addormentato avendo rancore contro qualcuno; e, per quanto mi era possibile, non ho permesso che qualcuno si addormentasse avendo del rancore contro di me» (da Op. cit., edizione Città Nuova, 1999).

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