Gli Angeli ci hanno tracciato nel loro cantico sublime il disegno più naturale di un discorso, od omelia. La nascita di N. S. Gesù Cristo glorifica Iddio, e procura la pace agli uomini di buona volontà. La gloria che a Dio procurò il Verbo Divino nascendo a Betlemme ha tre suoi propri caratteri: a) È una gloria vera, che viene a formare i veri adoratori in ispirito e verità, che viene ad abrogare la Sinagoga, ed a sostituire al popolo ebreo, un nuovo popolo, del quale Gesù sarà il capo ed il pastore. Il culto reso fino allora a Dio era puramente esteriore, ed i Giudei carnali non sapevano punto che cosa fosse il sacrificio di un cuore contrito ed umiliato; il culto poi che i gentili rendevano ai loro idoli era abominevole; il culto che Gesù Cristo stabilirà sarà il solo degno di Dio. E da Lui, neonato Bambino, riceverà la primizia del vero culto, avrà la vera gloria. b) Nel Natale di Gesù poi Dio riceve una gloria universale. Poiché la gloria risiede nella cognizione del merito di qualcuno, e delle lodi; con cui lo si esalta, Dio prima non era conosciuto che in un angolo del mondo, ma colla venuta di Gesù Salvatore sarà conosciuto per tutta la terra: «Apparuit gratia. Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus erudiens nos» (A Tito, II). c) Da questo ne segue che coloro i quali non lo hanno voluto ricevere, o che non vivono secondo la legge sua, non partecipano alla sua nascita. Il terzo carattere della gloria che Dio riceve dalla nascita temporale del Figlio suo è che tale gloria è infinita. Ciò che è evidente, perché tutte le azioni del Figlio di Dio partendo da una sorgente infinita, cioè dalla persona del Verbo, hanno valore e risonanza infinite; le azioni quindi che si riferiscono alla gloria di Dio, gli rendono gloria infinita. Il Natale di Gesù reca la pace agli uomini di buona volontà; una pace inestimabile ch’egli solo poteva darci, poiché lui solo poteva riconciliarci con Dio e con noi stessi. Reconciliavi tibi, reconciliavi mihi, diceva san Bernardo. Riconciliazione con Dio: «Giustificati per la fede, scrive san Paolo ai Romani, noi abbiamo la pace con Dio, per mezzo del Signor N. G. C.; per il quale noi abbiamo, in virtù della fede, accesso a questa grazia della pace, nella quale siamo stabiliti, e ci gloriamo nella speranza della gloria dei figli di Dio» (Ai Rom. V, 1-2). Riconciliazione con noi stessi, perché Gesù Cristo ci ha insegnato a sottomettere la carne allo spirito; per questo mezzo la guerra cessa nell’anima ed essa gode la pace. Benediciamo oggi a N. S. Gesù Cristo, il grande, il perfetto glorificatore dell’Eterno Padre; benediciamo a N. S. G. C. datore della pace. Egli ha abbattuto il muro di separazione che esisteva tra Dio e l’uomo; ha unito l’uomo a Dio, il cielo alla terra, il sommo della grandezza all’abisso della miseria. Gesù Cristo è autore della pace interna. Anche la nostra vita glorifichi Dio, siamo uomini di buona volontà, ed avremo la pace.

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