Il Martirologio Romano, al 25 Dicembre annuncia il Natale di Gesù Cristo in questi termini: «Nell’anno 5199 dalla creazione del mondo: 2957 dopo il diluvio: 2015 dopo la nascita di Abramo; 1510 dopo Mosè e l’uscita del popolo ebreo dall’Egitto: 1032 dopo l’unzione di Davide a re d’Israele: nella sessantesima quinta settimana secondo la profezia di Daniele: nell’Olimpiade 194a: nell’anno 752 dopo la fondazione di Roma: nell’anno 42 dell’impero di Ottaviano Augusto; mentre il mondo intero era in pace, nella sesta età del mondo, Gesù Cristo, Dio eterno e Figliolo dell’E- terno Padre, volendo consacrare il mondo con la sua pietosissima venuta, già concepito di Spirito Santo, e dopo passati nove mesi dalla sua concezione, in Betlem di Giuda nasce da Maria Vergine fatto Uomo».Questa data del martirologio è accettata da Tertulliano, da Clemente Alessandrino, da Eusebio, vescovo di Cesarea, da Epifanio, da Orosio, da Lucio Destro, prefetto dell’Oriente, da san Girolamo, da sant’Ireneo, da Giulio Africano. Dissente invece Giuseppe Flavio. Per questo l’adagio giuridico: «Testis unus, testis nullus» - «un solo testimone, non ha alcun valore». Il luogo della nascita del Salvatore fu profetizzato da Michea (5, 2) con queste parole: «E tu, Betlemme di Efrata, tu sei piccola tra le migliaia di Giuda; ma da te uscirà Colui che deve regnare in Israele, la cui generazione è dal principio della eternità». Nel versetto precedente il Profeta aveva annunziato che i Giudei sarebbero assediati, ed i loro giudici abbeverati di affronti; e per consolarli aggiunse le parole che abbiam riferite. Nominando Betlemme, egli volle parlare di una città situata sul territorio della tribù di Giuda, a due leghe a mezzodì da Gerusalemme, in una fertile contrada; d’onde il suo nome di Betlemme (casa del pane), e di Efrata (fertile). — Questa ultima denominazione la distingue da un altro paese omonimo, posto nella tribù di Zabulon. La espressione fra la migliaia di Giuda, significa: tra le città che contano migliaia di cittadini, o che danno migliaia di soldati all’esercito. Fu in seguito di questa profezia, che Betlemme è stata sempre considerata come il luogo dalla risposta che i dottori della legge diedero ad Erode (S. Matth. 2, 5). Rispetto al fatto della origine del Messia dalla tribù di Giuda e dalla stirpe di Davide, esso fu profetizzato da Isaia (11, 1), quando, consolando gli abitanti del regno di Giuda, i quali temevano una sorte uguale a quella ch’era toccata ai sudditi del regno d’Israele soggiogati dagli Assirii, disse loro: «Uscirà un rampollo dalla radice di Jesse (cioè d’Isai padre di David), ed un fiore nascerà dalla sua radice, e lo Spirito del Signore riposerà su di lui». Quindi, dopo una descrizione dei tempi fortunati che verranno allora, il Profeta aggiunge «Avverrà che in quel giorno le genti ricercheranno il rampollo di David che sarà innalzato per bandiera dei popoli, le nazioni verranno ad offrirgli le loro preghiere, ed il suo sepolcro sarà glorioso». (11, 10).

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