San Felice di Nola venne salvato miracolo­samente da un ragno. Ecco come andò il fatto strepitoso. Il coraggioso Santo, dopo aver traspor­tato sulle spalle il vecchio Vescovo Massimo da un bosco, ove si era riposato per la persecu­zione dichiarata ai cristiani, presso la casa d’una vedova caritatevole e pietosissima, si mise a predicare coraggiosamente, in mezzo alla piazza della sua patria, la fede di Gesù Cristo. Alla notizia della santa audacia di Felice giunsero subito sulla piazza i persecutori, ma Dio li accecò in maniera che non lo riconobbero. Alcuni delatori però avver­tirono gli sgherri, dopo poco tempo, che Felice era in mezzo alla folla ed avrebbero potuto catturarlo facilmente. Allora egli fuggì e, non sapendo dove nascondersi, entrò in un vecchio casolare. Certamente lì sarebbe stato preso, dato che il casolare si trovava in bella vista di tutti quelli che passa­vano, se non fosse successo quel che segue. Un ragno immediatamente si recò ad intessere all’ingresso del casolare un’altissima rete, e san Felice rimase chiuso dentro. I soldati dell’Imperatore credettero proprio una pazzia andare a controllare in quel luogo, perchè supposero che un uomo, nell’entrare, avrebbe dovuto squarciare quella fitta tela di ragno. Così Felice rimase salvo poiché la Provvidenza insegnò al ragno quel santo stratagemma. Molte volte la Provvidenza, pur scherzando, confonde i superbi figli del male e libera dalle loro unghie i Suoi eletti. (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Op. cit., 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 228, 229 e 230). 

A cura di Carlo Di Pietro 

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