Il Santo da Copertino dedicò - si può dire - la maggior parte della sua vita nell’estasi. Soventi volte volava dal coro e con le braccia aperte andava a mettersi in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento. Era un vero spettacolo, agli occhi del mondo carnale e corrotto, veder volare il santo. Una volta si trovava nel coro insieme ad un altro religioso e contemplava con quella sua mente e con quel cuore le bellezze e le grandezze della Madre di Dio: la Madonna, l’Immacolata, la Tota pulchra. Riparato e nascosto in un angolo, tutto raccolto, l’altro religioso recitava molti Pater …. San Giuseppe da Copertino, quasi senza capirne le ragioni, s’alzò in un momento ed andò a domandare così al povero religioso orante: «Tu ami la Madonna? dimmi: Ami la Madonna?». Questi subito rispose: «Sicuramente, l’amo quanto la posso amare». E Giuseppe, col volto tutto acceso, con la voce animatissima, con gli occhi che scintillano lume di cielo: «Ma rispondi: ami la Madonna com’ella merita, secondo la sua grandezza, le sue perfezioni ammirabili?». Soggiunse il religioso: «Io non posso conoscere l’amore che porto a Maria, l’amo come posso», il quale, a dir giusto, non ci capì nulla in quelle domande apparentemente senza costrutto. Allora il Santo, senza proferire un’altra sillaba, infilò le mani nei capelli di quel suo compagno e volò in estasi. Tenne fortissimamente per le chiome quel “malcapitato” religioso e volando girò e rigirò sotto la volta della chiesa. Dava l’immagine d’un uccello che avesse tenuto stretta tra gli artigli la preda rapita nel piano. Il religioso tremava tutto e da un momento all’altro credeva di cadere a piombo sul pavimento della chiesa. Ma, finita l’estasi, dal gran Santo venne rimesso soavemente in coro, proprio nel posto ove prima se ne stava a pregare. Ecco una delle divine pazzie dell’amore che i santi nutrono verso la Madonna. Ah, se tutti noi avessimo queste divine pazzie! (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Op. cit., 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 440 e 441). 

A cura di Carlo Di Pietro 

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