Nel Nome della Santissima Trinità, da lui invocata sempre con grandissimo fervore ed affetto, San Martino richiamò a vita tre morti. Qui raccontiamo rapidamente la storia di uno di quei tre risuscitati. Egli era un catecumeno, ricevuto, quando Martino ne era Abate, nel convento di Poitiers. L’Abate era assente dal monastero quando il povero giovane catecumeno morì. Questi era amato da tutti i monaci per la sua docilità di carattere e per la spiccata inclinazione che mostrava alla vita religiosa, e quindi tutti sentirono un vivissimo dolore per la sua morte. Non gli vollero dare sepoltura prima che avesse fatto ritorno Martino e fecero stare il cadavere esposto per tre giorni nella propria cella. Il dolore, poi, di quei buoni monaci, veniva accresciuto quasi infinitamente dal pensiero che il giovane catecumeno era passato da questa vita senza la grazia del Battesimo. Quando si vide ritornare San Martino nel convento, tutti gli furono attorno per pregarlo di richiamare alla vita il giovane infelice. L’ Abate ne fu commosso e volle essere lasciato solo nella camera del morto. E perchè solo in quella camera? Che cosa voleva fare? Si prostrò in ginocchio dinanzi a Colui che s’appella la risurrezione e fervorosamente pregò per due ore di seguito. Dopo la preghiera corse a chiamare i suoi monaci, mostrò loro il giovine vivo e vegeto e disse: «È risuscitato in Nome della Santissima Trinità!». Gesù Cristo risuscitò Lazzaro dopo quattro giorni dalla sua morte, San Martino il catecumeno dopo tre. Il giovine subito venne battezzato e poi visse molto tempo santamente. Egli raccontava in questi termini il fatto della sua risurrezione. Quando morii, diceva, l’anima mia era stata presentata al tribunale del Giudice supremo e, senza nessuna condanna, le venne ordinato di rinchiudersi in una tenebrosa prigione. San Martino intanto pregava, e due angeli, per comando del Signore, liberarono l’anima da quella prigione e la ricondussero nel mondo per riunirsi al corpo. Non è dato a noi operare i portenti che operava San Martino in Nome della Santissima Trinità, tuttavia in questo Nome adorabile noi possiamo operare il gran portento di scampare dalle insidie del demonio, il quale fa tutti gli sforzi per trarci con lui nel luogo della morte sempiterna. (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Racconti miracolosi, 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 529 - 531).

A cura di Carlo Di Pietro

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