Ci troviamo ai tempi di Basilio I, detto il Macedone. Nato in area balcanica da una famiglia di contadini e di origini umili, Basilio (in carica dall’anno 867 circa) fu il primo della dinastia macedone sul trono di Costantinopoli. All’epoca, l’intrigante e turbolento eresiarca Fozio, progenitore della cosiddetta “chiesa” (nazionale) “ortodossa”, riuscì ad insediarsi Patriarca in quella metropoli. L’Imperatore Basilio aveva un figlio di gran carattere, il quale prendeva il nome di Leone, ed era il legittimo erede al trono. Leone non vedeva affatto di buon occhio Fozio ed il suo partito, perché in fin dei conti del “partito foziano” stiamo parlando. Fozio seppe tanto macchinare, che lo fece addirittura chiudere in carcere dal proprio padre: dall’Imperatore. Gli uomini più dignitosi della Corte provarono un gran dolore per la sorte di Leone, così andavano dicendo fra loro, in segreto dall’Imperatore: «Ahimè! ahimè! il nostro signor Leone!...». Un pappagallo, che stava nella sua gabbia in una gran sala, sentiva ogni mo­mento tutti quegli «ahimè! …» e, com’è istinto di siffatti animali, li imparò a pronunziare spiccatamente. Accadde che un giorno Basilio diede un gran pranzo per quei signori della Corte, e, nel mentre si pranzava allegramente, il pappagallo, fuggito provvidenzialmente dalla gabbia, venne alla sala da pranzo e cominciò pietosamente a gridare: «Ahimè! ahimè! il nostro signor Leone!....». Tutti freddati si guardarono in faccia e nessuno ebbe il coraggio di dire una sola parola. Finalmente si fecero forza alcuni Dignitari e dissero all’Imperatore: «Maestà, quell’uccello ci condanna tutti: noi siamo qui a fare allegria, mentre l’erede del trono è in carcere. Vostra Maestà non ascolti i calunniatori, ma esamini accuratamente le accuse mosse contro il nostro signor Leone». Basilio il Macedone capì, esaminò gli atti, ed il giovane Leone venne messo in libertà, con grande ram­marico dei “foziani”. Ecco che cosa sanno fare gli eretici - soggiunge il Padre Cappuccino - con la calunnia e con le macchinazioni si adoperano per rovesciare i Troni e per perseguitare i giusti! Ma la Provvidenza veglia sempre so­pra i buoni. In questo caso, Dio permise che un pappagallo venisse a difendere in faccia al padre la causa del suo figlio innocente: «Tutte le creature fanno la volontà del Signore». Dopo la morte di Basilio I nell’886, avvenuta probabilmente in una battuta di caccia, Leone gli succedette al trono con nome di Leone IV il Saggio, ricevendo lo scettro di quello che era l’Impero Romano d’Oriente più esteso sin dai tempi di Giustiniano I. Tra i suoi primi atti, fece deporre il Patriarca Fozio I di Costantinopoli. (Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Op. cit., 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pag. 42-43).

A cura di Carlo Di Pietro 

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