Teologia Politica n° 28. L’ordine naturale e soprannaturale stabilito da Dio: progresso e natura

In La Doctrine sociale de l’Eglise, Bonne Presse, Paris, Imprimatur 1958, il Vescovo Guerry insiste sul dovere dei cristiani di edificare un mondo secondo l’ordine naturale e soprannaturale voluto da Dio. «Esiste un ordine morale», dice a pag. 32, «stabilito da Dio per il bene dell’uomo. Quest’ordine riflette la vera natura umana», che Dio ha posta a «fondamento della vita in comune degli uomini nello spazio e nel tempo».

Papa Pio XII, sin dalla sua prima Enciclica Summi Pontificatus del 20 ottobre 1939, usando san Paolo, ha descritto l’unità del genere umano secondo queste espressioni: «Meravigliosa visione, che ci fa contemplare il genere umano nell’unità di una comune origine in Dio: “Un solo Dio e padre di tutti, colui che è sopra tutti e per tutti e in tutti” (Ef. 4,6): nell’unità della natura, ugualmente costituita in tutti di corpo materiale e di anima spirituale e immortale; nell’unità del fine immediato e della sua missione nel mondo; nell’unità di abitazione, la terra, dei beni della quale tutti gli uomini possono per diritto naturale giovarsi, al fine di sostentare e sviluppare la vita; nell’unità del fine soprannaturale, Dio stesso, al quale tutti debbono tendere; nell’unità dei mezzi, per conseguire tale fine».

Esiste un ordine naturale, anche se «le sue forme cangiano con gli sviluppi storici e sociali». Ma le «linee essenziali sono sempre state le stesse, e tali restano» (cf. Pio XII, Messaggio natalizio del 1955). Esse sono: «la famiglia e la proprietà anzitutto», aggiunge mons. Guerry, per «la personale sicurezza dell’uomo, poi, come fattori complementari di sicurezza, le istituzioni locali e le unioni professionali»; infine lo Stato.

Nello stesso documento il Pontefice riflette sull’inquietudine dell’uomo moderno: «Ignorata o rigettata in tal modo la presenza del Dio Incarnato, l’uomo  moderno ha costruito un mondo, in cui le meraviglie si confondono con le miserie, ricolmo d’incoerenze, come una via senza sbocco, o come una casa fornita di tutto, ma che per la mancanza del tetto è incapace di dare la desiderata sicurezza ai suoi abitanti. In alcune Nazioni, infatti, nonostante l’enorme sviluppo del progresso esteriore, e benché a tutte le classi del popolo sia assicurato il materiale mantenimento, serpeggia e si estende un senso d’indefinibile malessere, un’attesa ansiosa di qualche cosa che debba accadere».

Quando si studiano i rapporti tra l’ordine naturale e il soprannaturale, i cristiani debbono sempre tener ferma la verità evitando due errori contrari: «Da un lato, quello di negare il valore dell’ordine naturale, di credere che tale ordine non abbia nulla di buono in sè stesso, che la natura umana sia intrinsecamente viziata, di far dipendere l’esistenza dell’ordine naturale dalla grazia soprannaturale. Esiste un ordine naturale consistente, basato su quella concreta realtà che è l’uomo, l’uomo essere spirituale, orientato con la sua natura tutta verso Dio» (Op. cit., pag. 33).

Papa Pio XII, il 25 settembre del 1949, nell’Allocuzione ai membri del Congresso di studi umanistici, insegna: «Senza tener conto di opinioni effimere apparse nelle diverse età, la Chiesa ha affermato il valore di ciò che è umano e conforme alla natura. Essa non ammette che dinanzi a Dio l’uomo non sia che corruzione e peccato. Invece, ai suoi occhi, il peccato originale non ha raggiunto intimamente le sue attitudini e le sue forze, ed ha anzi lasciato essenzialmente intatte la luce naturale della sua intelligenza e della sua libertà. L’uomo, dotato di tale natura, è indubbiamente ferito e reso debole dal pesante retaggio di una natura decaduta e privata dei suoi doni soprannaturali e preternaturali: egli deve farsi forza, osservare la legge naturale - e ciò con l’aiuto onnipotente della grazia di Cristo - per vivere come lo richiedono l’onore di Dio e la propria dignità di uomo».

Nel Radiomessaggio di Natale del 1953, Papa Pacelli ribadisce che la Chiesa «ama e favorisce i progressi umani. È innegabile che il progresso tecnico viene da Dio, dunque può e deve condurre a Dio». Ed ancora: « è chiaro che ogni ricerca e scoperta delle forze della natura, effettuate dalla tecnica, si risolvono in ricerca e scoperta della grandezza, della sapienza, dell’armonia di Dio. Considerata in tal modo la tecnica, chi potrebbe disapprovarla e condannarla?».

Carlo Di Pietro da ControSenso Basilicata