Recitiamo in suo onore la grande preghiera che si legge nella Epistola ai Corinti: + «Apristi gli occhi dei nostri cuori perché conoscessero te solo, Altissimo nel più alto dei cieli, il Santo che riposa in mezzo ai Santi, Tu che abbatti l’insolenza degli orgogliosi, che svii i calcoli dei popoli, che esalti gli umili, che abbassi i grandi; Tu che dai ricchezza e povertà, che uccidi, salvi e risusciti; Unico benefattore delle anime e Dio di ogni uomo, contemplatore degli abissi, scrutatore delle opere dell’uomo, soccorso nei pericoli, Salvatore di chi dispera, Creatore e vescovo delle anime tutte. Tu che moltiplichi i popoli sulla terra, che hai scelto fra essi quelli che ti amano per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio diletto nel quale ci hai istruiti, santificati e onorati. Sii nostro soccorso e sostegno, te ne preghiamo, o Maestro! Sii salvezza agli oppressi e abbi pietà per gli umili; rialza quelli che sono caduti, rivelati a coloro che sono nel bisogno, guarisci i malati, riconduci gli sbandati del tuo popolo sul buon sentiero, sazia chi ha fame, libera chi è prigioniero, rialza i languenti, da forza ai deboli. Tu solo sei Dio, Gesù è tuo Figlio, noi siamo il tuo popolo, le pecorelle dei tuoi pascoli. Con le tue opere hai rivelato l’ordine immortale del mondo. Tu, o Signore che creasti la terra, che resti fedele alla tua parola per tutte le generazioni, Tu giusto nei tuoi giudizi, ammirabile nella tua forza e nella tua magnificenza, sapiente nella creazione, prudente nel consolidare le cose create, buono nelle cose visibili, fedele verso coloro che confidano in Te, misericordioso e pieno di compatimento, perdona i nostri peccati, le ingiustizie, le cadute, gli errori. Non contare i peccati dei tuoi servi e delle tue ancelle, purificaci invece con la tua verità, dirigi i nostri passi, perché possiamo camminare con santità di cuore, facendo ciò che è bene e piace agli occhi tuoi e agli occhi dei nostri preposti. Sì, o Maestro, mostraci la luce del tuo volto, perché possiamo godere dei beni in pace, perché siamo protetti dalla potente tua mano, perché il fortissimo tuo braccio ci tragga dalla schiavitù del peccato e ci liberi da chi ingiustamente ci odia. Dà concordia e pace a noi e a tutti gli abitanti della terrà, come la desti ai nostri padri, quando ti invocarono santamente nella fede e nella verità. Rendici sottomessi al tuo Nome potente ed eccellentissimo, ai nostri prìncipi e tutti coloro che ci governano in terra. Tu, o Maestro, hai dato loro il potere della regalità con la tua magnifica e invisibile potenza, perché, conoscendo la gloria e l’onore che loro hai partecipato, noi siamo sottomessi e non ci opponiamo alla tua volontà. Concedi loro, o Signore, salute, pace, concordia, stabilità, affinché possano esercitare la sovranità che loro hai data senza contrasti. Sei infatti Tu, o Maestro, re dei secoli, che concedi ai figli degli uomini gloria, onore e potere sulle cose della terra. Dirigi, Signore, il loro spirito, affinché seguano ciò che è bene, ciò che piace a te e, esercitando il potere che loro hai dato nella pietà, nella pace e nella mansuetudine, ti abbiamo sempre propizio. Tu solo puoi fare queste cose e procurarci beni anche più grandi. Ti ringraziamo nel grande sacerdote e capo delle anime nostre, Gesù Cristo, nel quale sia a Te gloria e grandezza, adesso e nei secoli dei secoli, attraverso tutte le generazioni. Così sia» +

[(San Clem. Romano, Ippolito Hemmer, p. 121, 129, Picard, 1909). Da dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico].

[23 novembre, San Clemente I, Papa e Martire (+ 97). Il natale di San Clemente primo, Papa e martire, il quale fu il terzo che tenne il Pontificato dopo il beato Pietro Apostolo, e, nella persecuzione di Traiano, relegato nel Chersoneso, ivi, precipitato in mare con un’ancora legata al collo, fu coronato col martirio. Il suo corpo, al tempo del Sommo Pontefice Adriano secondo, fu trasportato a Roma dai santi fratelli Cirillo e Metodio, ed onorevolmente sepolto nella chiesa, che già prima era stata edificata sotto il suo nome (dal Martirologio romano, 1955)].