+ Presa completamente dalle gioie della Risurrezione, la Chiesa si rivolge a te, Caterina; a te, che segui l'Agnello, ovunque egli vada (Ap. 14, 4). In questo luogo di esilio, ove Egli non si fermerà più a lungo, ella non gode che ad intervalli della sua presenza; ti domanda, dunque: Avresti veduto l'amato del mio cuore? (Ct. 3, 3). Tu sei la sua Sposa, e lo è lei pure; ma per te non esistono più né separazioni né quel velo che impedisce la vista, mentre per lei il godimento è raro e rapido, e la luce ancora offuscata dalle ombre. Ma quale vita è stata la tua, o Caterina! hai unito la più profonda compassione verso i dolori di Gesù alle delizie più vibranti della sua vita glorificata. Tu puoi iniziarci ai misteri del Calvario, e alla magnificenza della Risurrezione. Siamo nel tempo pasquale e in questa novella vita veglia su noi, affinché la vita divina non si spenga mai nelle anime nostre, ma vi sia invece accresciuta da quell'amore di cui tutta la tua esistenza celestiale ci offre l'ammirabile modello. Rendici partecipi, o Vergine, di quel tuo attaccamento filiale alla santa Chiesa che ti fece intraprendere cose così grandi. Tu ti affliggevi delle sue afflizioni, e ti rallegravi delle sue gioie, quale figlia devota. Noi pure vogliamo amare la Madre nostra, confessare sempre quel vincolo che ci unisce a lei, difenderla contro i suoi nemici, guadagnarle nuovi figli generosi e fedeli. Il Signore si servì del tuo debole braccio, o donna ispirata, per rimettere sulla sua cattedra il Pontefice, di cui Roma rimpiangeva l'assenza. Fosti più forte degli elementi umani che si agitano per prolungare una situazione disastrosa per la Chiesa. Le ceneri di Pietro, in Vaticano, quelle di Paolo sulla via Ostiense, le altre di Lorenzo, di Sebastiano, di Cecilia, di Agnese e di tante migliaia di martiri trasalirono nelle loro tombe, quando il carro trionfale che riconduceva Gregorio XI entrò nella Città. Per merito tuo Caterina, avevano termine in quel giorno i settant'anni di quella desolante cattività; e Roma, tornava alla vita. Prega pure per l'Italia che ti ha tanto amata, che fu così fiera delle tue glorie e di cui tu sei la Padrona. L'empietà e l'eresia oggi vi circolano liberamente; si bestemmia il nome del tuo Sposo, si propagano le dottrine più perverse ad un popolo smarrito, gli s'insegna a maledire tutto ciò che esso aveva venerato; la Chiesa è spesso oltraggiata, la fede, affievolita da un pezzo, minaccia di spegnersi: ricordati della tua patria, Caterina! ... è ora di accorrere in suo aiuto e di strapparla dalle mani dei suoi mortali nemici. Tutta la Chiesa spera in te per la salvezza di questa illustre provincia del suo impero: calma la tempesta, e salva la fede, in questo naufragio che minaccia di inghiottire tutto. Così sia. + (Preghiere di dom Prosper Guéranger)

[30 aprile, Santa Caterina da Siena, Vergine (Siena, 25 marzo 1347 – Roma, 29 aprile 1380). Terziaria domenicana, nel 1939 fu proclamata da Pio XII patrona d'Italia. Dal Martirologio Romano al 29 aprile: A Roma il natale di Santa Caterina da Siena, Vergine, del Terz’Ordine di San Domenico, illustre per la vita e pei miracoli, la quale dal Papa Pio secondo fu ascritta nel numero delle sante Vergini. La sua festa però si celebra nel giorno seguente (il 30 aprile)].