Benché la natura umana rifugga da tutte quelle pratiche di pietà che la invitano ad un ripiegamento su di sé e a constatare la propria miseria e incostanza, non vi è pra­tica più utile che l’esame di coscienza. Esso serve non a compiacersi o a scoraggiarsi per le colpe commesse, ma a migliorarsi e avvicinarsi a Dio. L’esame di coscienza è la pratica centrale e regolatrice di tutta la vita spirituale: è bene stabilire in particolare un difetto da correggere o una virtù da acquisire. Fate l’esame di coscienza sui peccati commessi nella gior­nata in pensieri, parole ed opere: pensando ai luoghi dove siete stati, alle azioni che avete commesso ed alle persone con cui avete trattato. Quindi fate l’esame particolare sul vostro difetto predominante o la virtù da acquisire.

Atto di Dolore

Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i Vostri castighi, e molto più perché ho offeso Voi, infinitamente buono e degno di esse­re amato sopra ogni cosa. Propongo col Vostro santo aiuto di non offendervi mai più e di fuggi­re le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonatemi.

Formula poetica assai comune:

O Gesù d’amore acceso, non Vi avessi mai offe­so, o mio caro e buon Gesù, con la vostra santa grazia non Vi voglio offender più.