Il Quale donna? [L'Autore prosegue l'esposizione della dottrina partendo da una precedente questione, ndR]. La donna per eccellenza, la Benedetta tra le donne, come un messaggio divino la definì, la «Tutta-santa» come il poeta la lodò, Maria di Nazareth. E sola Lei? E tutte le donne ancora rigenerate dal Figlio di quella Donna, tutte le donne di cui quella Donna è madre nell’economia della Redenzione: come ogni donna era in Eva, nell’economia della natura, così ogni donna è in Maria, nell’economia della grazia. Non si può chiudere, io credo, nessuna trattazione su Satana senza parlare dei suoi rapporti con la donna. E questi rapporti sono stati tali dal principio dell’umanità, che ne hanno deviato il corso. La via tracciata all’umanità da Dio non era quella del peccato: i contatti del demonio con la donna fecero battere altra via; i disegni di Dio non furono frustrati, è vero, anzi rifulsero di più splendente divinità misericordiosa, tanto che Sant’Agostino potè chiamare «felice» quella colpa, ma è pur vero che il più gran dramma dell’umanità ha avuto inizio con la donna, per la donna. Giova richiamare il passo storico . «Ora, il serpente era il più astuto di tutti gli animali della terra, che il Signore Dio aveva fatto. Ed esso disse alla donna: “Perché Dio vi ha comandato di non mangiare del frutto di tutte le piante del paradiso?”. E la donna gli rispose: “Del frutto delle piante che sono nel paradiso, ne mangiamo, ma del frutto dell’albero, che è nel mezzo del paradiso, Dio ci ordinò di non mangiarne e di non toccarlo, che forse s’abbia a morire”. Ma il serpente disse alla donna: “No, voi non morrete. Anzi, Dio sa bene, che in qualunque giorno ne mangerete si apriranno i vostri occhi e sarete come Dei, avendo la conoscenza del bene e del male”».

• Satana, prima di accingersi alla sua nefasta opera, avrà esaminato tutti i mezzi più facili per riuscire ad avrà concluso che quello più facile era di servirsi della donna. Egli non mirava a far cadere la donna, ma Adamo: dunque Eva restava, almeno al principio, come un mezzo. Poiché Satana ha una conoscenza della natura nostra enormemente superiore a quella che possiamo avere noi stessi, è chiaro che egli riteneva la donna inferiore all’uomo, più seducibile. [Attenzione: l'Autore non va frainteso. Egli scrive negli anni '30 ed usa una terminologia precipua della teologia dell'epoca. L'Autore - usando inferiore - intende semplicemente evidenziale quelle naturali differenze fra i due sessi ben note all'intelligenza di Satana, sicché cerca conferme nella Scrittura. Differenze anche fisiologiche che, come il cristianesimo ha testimoniato sin dalle origini, non costituiscono affatto una barriera per l'uguaglianza morale. Pertanto non si offendano le nostre care edotte Lettrici, ndR]. 

• Il risultato del combattimento gli dette perfettamente ragione. È lecito qui domandarsi: Se egli si fosse rivolto direttamente ad Adamo, sarebbe riuscito? Chi può mai dirlo? Certo, se egli non lo ha fatto, deve averne dubitato, o per lo meno, deve averlo creduto più difficile. È una specie di “attestato di superiorità” che Satana, implicitamente, rilasciava ad Adamo. Se pure Adamo, direttamente tentato, fosse stato vinto, certo non sarebbe caduto così rapidamente: avrebbe riflettuto, (si sarebbe consultato). Eva non si consulta neppure col suo compagno, per quanto appare dal testo, ma «vedendo che il frutto dell’albero era buono a mangiarsi e bello all’occhio e gradevole all’aspetto, lo colse e ne mangiò e ne diede al suo marito, che ne mangiò». E un altro calcolo deve aver fatto Satana e che cioè, anche ammessa la possibilità sicura di una riuscita diretta, la riuscita del suo disegno per mezzo della donna era più facile. Anche qui il calcolo risultò esattissimo: come Eva credette al serpente e non discusse, così Adamo credette ad Eva e non discusse, ma, senz’altro, mangiò il frutto. Adamo, di fronte a qualsiasi altro proponente, si sarebbe messo sulla difesa del sospetto. E così un’altra conseguenza noi possiamo trarre, e cioè che Satana oltre a valutare la donna più seducibile in sé, la valutava più seduttrice di fronte all’uomo, anche nello stato di grazia.

• Evidentemente, Satana non è, o non sarebbe un femminista, se egli dovesse esprimersi sinceramente, perché una parità di doti può solo dare una parità di diritti [più precisamente: di pretesi diritti finalizzati alla mutazione radicale della struttura sociale che, come insegna Papa Pio XII, perde di vista il fine inteso dal Creatore per il bene della società umana e soprattutto della famiglia, cfr. AAS., 37 (1945), p. 228; anche Enciclopedia Cattolica, Vaticano, imprimatur 1950, Vol. V, Col. 1145, ndR], come sono quelli che femministi e femministe vogliono attribuire alla donna. Ma forse egli si metterebbe a fare il femminista... per far credere quello che non è e da buon padre della menzogna! Quando Eva tendeva la mano portante il frutto verso il suo sposo e glie lo offriva con gesto grazioso, quando essa con l’occhio pieno di affetto lo invitava ad accettarlo, quando essa, forse con parole carezzevoli, lo persuadeva a trasgredire un comandamento di Dio, Adamo pensava che era l’anima di lei che parlava, che era l’amore della sua sposa che offriva e non sospettò per nulla che nella voce di Eva c’era il pensiero di Satana, che nella sua offerta di amore era l’odio di Satana, che Satana, Satana stesso agiva per mezzo della donna.

• E questo è accaduto il primo giorno dell’umanità! Quanto è puerile dunque il razionalismo di coloro che non credono che Satana possa pervertire una per pervertire poi un altro, che possa servirsi di un agente umano anche consapevole e che possa fare quello che fece la prima volta e che, spesso,... sventuratamente fa ancora.

• E veramente è una gran vergogna questa della donna di essere stata sedotta e seduttrice nello stesso tempo. San Paolo non era davvero un femminista, nel senso moderno  della parola, e perciò egli non solo stabilisce la superiorità assoluta dell’uomo sulla donna, quando dice che «capo di ogni uomo è Cristo, capo della donna è l’uomo e capo di Cristo è Dio,... l’uomo... è immagine e gloria di Dio, mentre la donna è gloria dell’uomo; infatti non è venuto l’uomo dalla donna, ma la donna dall’uomo; e non fu creato l’uomo per la donna, ma la donna per l’uomo. Deve quindi la donna avere sopra il capo il segno della dipendenza... La donna dall’uomo, così anche l’uomo per mezzo della donna»; ma quando dice ciò, rimprovera alla donna questa sua antica vergogna: «La donna apprenda in silenzio, con ogni sottomissione: non permetto a donna farla da maestra, né arrogarsi autorità sull’uomo, ma stia in silenzio. Poiché Adamo fu plasmato prima, poi Eva. E Adamo non fu tratto in inganno, ma la donna, attrattavi, prevaricò».

• Un rapido giudizio è istituito pertanto nel paradiso terrestre, ed è questa la seconda parte del terribile dramma: il Signore chiamò Adamo al Suo tribunale ed insieme la donna ed il serpente. La condotta dei due coniugi fu quanto mai vile, e questa viltà tradiva già l’effetto del peccato, che aveva fiaccato ogni forza nel loro cuore. Adamo, interrogato primo, accusa la donna: «La donna che mi desti per compagna mi ha dato il frutto ed io ne ho mangiato». Essa, alla sua volta, accusa il serpente: «Il serpente mi ha sedotta ed io ne ho mangiato». Rei confessi, ma ignobilmente, con l’artificio di una magra scusa.

• La terza parte del dramma è la sentenza, che va in ordine inverso dell’interrogatorio. Dio condanna, infatti, prima il serpente, e dice: «Perché hai fatto questo, sei maledetto fra tutti gli animali e le bestie della terra, tu striscerai sul tuo ventre e mangerai terra tutti i giorni della tua vita. Ed io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua progenie e la progenie di lei; essa ti schiaccerà la testa e tu la insidierai al calcagno». Nel testo della Volgata la parola «essa» si riferisce alla donna, ma nel testo ebraico il pronome si riferisce alla progenie della donna, a Gesù Cristo. E in verità, anche teologicamente parlando e direttamente, è Gesù Cristo che vince Satana, che ne schiaccia il capo. Però indirettamente è ancora la Donna che vince per mezzo del Figlio e, con la forza di Lui, schiaccia il nemico: essa è dunque la Vittoriosa, ed anche la lezione della Volgata, con il pronome «essa» riferito alla donna, se non risponde alla grammatica, risponde allo spirito della narrazione. Difatti questa parola di conforto, questa promessa di redenzione è fatta a tutti e due, ma direttamente alla donna. •

Noi riteniamo, anzi, che Dio stesso abbia inteso di rappresentarci la Donna come vittoriosa, se pure nel Figlio, ma anche vittoriosa col Figlio, per il contrasto che Dio stesso stabilisce con le sue parole: La donna è stata vinta e la donna vincerà. Adamo fu certamente il colpevole principale, ma per mezzo della donna: Gesù Cristo sarà il salvatore principale, ma per mezzo della Donna. Pertanto le magnifiche parole di San Bernardo interpetrano e commentano la promessa di Dio, allorché egli dice: «Gioisci, o padre Adamo, ma più tu esulta, o madre Eva, che come foste genitori di tutti, così di tutti foste uccisori; e ciò ch’è peggio, prima uccisori che genitori. Tutti due, io dico, consolatevi per la figlia (Maria) e tale figlia; ma si consoli di più colei dalla quale il male sorse prima ed il cui obbrobrio passò in tutte le donne... Pertanto corri, Eva, a Maria; corri, o madre, alla figlia; la figlia risponda per la madre; essa tolga l’obbrobrio della madre; essa soddisfaccia il Padre per la madre; perché ecco che se l’uomo cadde per mezzo della donna, non risorge se non per mezzo della donna... O Donna singolarmente veneranda, ammirabile sopra tutte le donne, riparatrice dei genitori, vivificatrice dei posteri!». Con una successione rapida, la donna fu sconfitta e trionfò: Satana vinse e fu vinto. L’antico perditore di un’altra battaglia combattuta nei cieli, in definitiva, perdette ancora. Prosegue ...

[Dal libro «Satana» - Giuseppe De Libero - imprimatur 1934, da pag. 566 a pag. 570].