Apertosi il Conclave, il 31 Luglio 1903, il Card. Sarto era preoccupato di una sola cosa: dare alla Chiesa un Pastore Santo. Il primo di agosto cominciarono gli scrutini. Il Cardinal Sarto ebbe 5 voti al primo e 10 al secondo scrutinio. «I Cardinali si divertono alle mie spalle - sussurrò ad un vicino». La cosa non lo impensieriva, dato che il Cardinal Rampolla ebbe subito 29 voti. Il giorno seguente si ebbe una scena deplorevole. Il Cardinal Puzyna, Arcivescovo di Cracovia, in nome dell’imperatore d’Austria, metteva il veto all’elezione del Cardinale Mariano Rampolla. Tutti i Cardinali presenti protestarono contro l’ingiusta e inammissibile intromissione di un governo nell’elezione del Papa. Nello scrutinio successivo il Cardinale Rampolla ebbe 30 voti. Ma anche quelli a favore del Patriarca di Venezia erano saliti a 24. Questi cominciò a preoccuparsene seriamente. «Vi supplico, non pensate a me - ripeteva ai Cardinali. Sono indegno, sono incapace; non ho le qualità richieste per un sì grande ufficio!». Più egli scongiurava di essere dimenticato, e più i Cardinali si rivolgevano a lui. La sera del 3 Agosto i voti in suo favore erano saliti a 27. Per procedere, si attendeva soltanto che egli accettasse. Ma egli, atterrito per la responsabilità, ripeteva a tutti: «Lasciatemi ritornare tra i miei veneziani che mi aspettano». Il giovane Monsignore Raffaele Merry Del Val fu incaricato dal Cardinale Decano di recarsi presso il Patriarca di Venezia, per domandargli se persisteva nel suo rifiuto. Lo trovò in Cappella che piangeva e pregava davanti al Tabernacolo. —        Monsignore, dica al Cardinal Decano che mi faccia questa carità: che non pensi a me! — Eminenza, si faccia coraggio: il Signore l’aiuterà - gli rispose commosso il giovane Monsignore. Diversi Cardinali tentarono tutte le vie e tutti gli argomenti per persuaderlo ad accettare. — La responsabilità del papato è troppo grande — rispondeva fra i singhiozzi. Agli argomenti si susseguivano le preghiere: perchè non doveva sottomettersi al volere di Dio così chiaramente manifestato? — Se non è possibile che questo calice passi da me, sia fatta la volontà di Dio.  Accetto il pontificato come una croce! E la sua voce si spense nel pianto ... Per scaricare il documento in PDF ocr cliccare qui.

Per inviare una donazione a Sursum Corda Cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»).

Santo Papa Pio X

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