Se uno cercasse al Re una vil moneta, un quattrino, costui par che farebbe al Re un disonore. All’incontro noi onoriamo Dio, onoriamo la Sua Misericordia e la Sua Liberalità, allorché vedendoci così miseri come siamo ed indegni d’ogni beneficio, gli cerchiamo nondimeno grazie grandi, fidati alla Bontà di Dio, ed alla Sua Fedeltà, per la promessa fatta di concedere a chi lo prega qualunque grazia che gli domanda: Quodcumque volueritis petetis, et fiet vobis (Jo. 15.7). Diceva santa Maria Maddalena de’ Pazzi, che ‘l Signore si sente così onorato, e tanto si consola quando gli cerchiamo le grazie, che in certo modo Egli ci ringrazia, poiché così allora par che noi gli apriamo la via a beneficarci, ed a contentare il Suo genio, ch’è di far bene a tutti. E persuadiamoci, che quando noi cerchiamo le grazie a Dio, Egli ci dà sempre più di quello, che gli domandiamo. Si quis indiget sapientia, postulet a Deo, qui dat omnibus affluenter, nec improperat (Jac. 1.5). Così dice san Giacomo, per dinotarci che Dio non è come gli Uomini avaro de’ suoi beni; gli Uomini, ancorché ricchi, ancorché pii e liberali, se dispensano limosine, sempre sono stretti di mano, e per lo più donano meno di ciò che loro si domanda, perché la loro ricchezza, per quanto sia grande, sempre è ricchezza finita; onde quanto più danno, tanto più lor viene a mancare. Ma Dio dona i Suoi beni, quando è pregato, affluenter, cioè colla mano larga, dando sempre più di quello che gli si cerca, perché la Sua ricchezza è infinita; quanto più dà, più gli resta che dare. Quoniam tu Domine suavis, et mitis, et multae misericordiae omnibus invocantibus te (Psal. 85.5). Voi, mio Dio, diceva Davide, siete troppo liberale e cortese con chi v’invoca; le misericordie che Voi gli usate, son tutte abbondanti, che superano? le sue dimande. In questo dunque ha da consistere tutta la nostra attenzione, in pregare con confidenza, sicuri che pregando si apriranno a nostro favore tutt’i tesori del cielo. Hoc studeamus (il Grisostomo), et aperiemus nobis Caelum. L’Orazione è un tesoro, chi più prega, più ne riceve. Dice san Bonaventura, che ogni volta che l’Uomo ricorre devotamente a Dio colla Preghiera, guadagna beni, che vagliono più che tutto il Mondo: In quacumque die lucratur homo oratione devota plus, quam valeat totus Mundus. Alcune Anime devote impiegano gran tempo in leggere, e meditare, ma poco attendono a pregare. Non ha dubbio, che la Lezione spirituale, e la Meditazione delle Verità eterne sieno cose molto utili; ma assai più utile, dice sant’Agostino, è il pregare; nel leggere, e meditare noi intendiamo i nostri obblighi, ma coll’Orazione otteniamo la grazia di adempirli: Melius est orare quam legere; in lectione cognoscimus quae facere debemus, in oratione accipimus quae postulamus. Che serve conoscere ciò che siamo obbligati a fare, e poi non farlo, se non per renderci più rei innanzi a Dio? Leggiamo, e meditiamo quanto vogliamo, non sodisfaremo mai le nostre obbligazioni, se non chiediamo a Dio l’aiuto per adempirle. ...

Il valore della preghiera (parte 5). Da Del gran mezzo della preghiera, sant’Alfonso Maria de’ Liguori. SS n° 14, p. 7