La prima cagione dell’accecamento spirituale sono le passioni: «L’occhio tuo, dice Gesù Cristo, è la luce del tuo corpo» - Lucerna corporis tui, oculus tuus (Matth. VI, 22). Quel che l’occhio è per il corpo, è l’intelligenza per l’anima; ma l’anima caduta sotto il giogo delle passioni non ha più intelligenza: ella è abbrutita... «A colui sul quale discende il fuoco della concupiscenza, dice S. Gregorio, è tolto di vedere il sole dell’intelligenza» - Cum aliquem supercecidit ignis concupiscentiae, videri ab eo nequit sol intelligentiae; egli può ripetere a tutta ragione col Salmista, che le sue passioni l’hanno precipitato in una fossa profonda, tenebrosa, dove regna l’orrore della morte - Posuerunt me in lacu inferiori, in tenebrosis, et in umbra mortis (Psalm. LXXXVII, 6). La seconda cagione della cecità spirituale sta nelle ricchezze. E che l’abbondanza de’ beni materiali accechi l’anima, lo conobbero perfino i poeti pagani, i quali facevano Plutone, il Dio della mammona, cieco dalla nascita... La terza proviene dalla tiepidezza, dall’accidia spirituale... La quarta è la corruzione del cuore. «L’insensato ha detto nel suo cuore: Non v’ha Dio» - Dixit insipiens in corde suo: Non est Deus (Psalm. XIII, 1); e «que’ che son corrotti, non vedono la luce» - Qui corrupti non viderunt lucem (Iob. III,16). Quanto più si cade e si dorme nella colpa, tanto più lungi si parte da Dio, luce increata e sola origine d’ogni chiarezza. Altre cause dell’accecamento spirituale possono essere l’imprevidenza..., l’imprudenza..., l’orgoglio..., ma principalmente il Demonio. Il demonio è la causa principale della cecità di spirito. - «Il Dio di questo secolo, scriveva S. Paolo ai Corinzi, ha accecato le menti degl’infedeli» - Deus huius saeculi excaecavit mentes infidelium (II Cor. IV, 4). Ora, il Dio del secolo è il Demonio che è il Dio di coloro che vivono a genio del secolo, non già che esso li abbia creati, ma perché coi funesti suoi suggerimenti per via di cattivi esempi li guida, e perché impera sopra di loro sovranamente. Egli è il padre della bugia, della superbia, dell’errore. Cominciò dall’accecare Adamo ed Eva, poi non ha cessato mai, nel corso de’ secoli, d’accecare, per quanto gli venne potuto fare, gl’individui e le nazioni. Tutti coloro che obbediscono a Satana, che a lui si dedicano, operano spinti dal più lacrimevole accecamento, perché dal Demonio non è da aspettare altro che disgrazie, e in questa e soprattutto nell’altra vita. Non è una cecità che confina colla pazzia, che tocca alla frenesia, il gettarsi alla mercé d’un nemico crudele ed implacabile, di colui che fu omicida fin dal principio? esporsi alle zanne d’un leone furioso, d’un lupo arrabbiato? Ebbene, il Demonio è tutto questo. Fate conto della quantità de’ ciechi spirituali, della moltitudine di coloro che fanno la volontà del Diavolo, che sono sue vittime... Danni e disordini prodotti dalla cecità spirituale. - 1° L’accecamento spirituale uccide la fede... 2° Rende stupido l’uomo: ché il cieco dello spirito non gusta più nulla delle cose di Dio. Egli non si dà un pensiero al mondo per sapere donde viene, dove si trova, dove va... 3° Allontana la sapienza: essendosi il Signore protestato, per bocca d’Isaia, che tolto avrebbe la sapienza dai sapienti e sottratto da loro l’intelligenza - Peribit sapientia a sapientibus, et intellectus abscondetur (Isai. XXIX, 14). 4° Rende talmente indocili, che non s’obbedisce nemmeno più alla verità; che è appunto quanto rimprovera S. Paolo ai Galati, là dove dice loro: «O Galati mentecatti, che v’ha affascinati così che non obbedite più alla verità?» - O insensati Galatae, quis vos fascinavit non obedire veritati? (Gal. III, 1). 5° Distrugge la vita divina, secondo quel detto dell’Apostolo agli Efesini: «Hanno l’intelletto ottenebrato, sono alieni dal vivere secondo Dio... a causa dell’accecamento del loro cuore» - Tenebris obscuratum habentes intellectum, alienati a vita Dei... propter caecitatem cordis ipsorum (Eph. IV, 18). «Se noi diciamo che siamo uniti a Dio, e frattanto camminiamo tra le tenebre, noi mentiamo», scrive l’Apostolo S. Giovanni - Si dixerimus quoniam societatem habemus cum eo, et in tenebris ambulamus, mentimur (I Ep. I, 6): poiché, soggiunge S. Paolo, «qual comunanza vi può essere tra la luce e le tenebre?» - Quae societas luci ad tenebras? (II Cor. VI, 14). 6° Fomenta tutte le tentazioni; ed a questo proposito si riferiscono le parole del Salmista: «Avete condotto con voi le tenebre, ed ecco che s’è fatta notte densa, e col favore di esse le belve del deserto scorrazzeranno alla preda» - Posuisti tenebras et facta est nox: in ipsa pertransibunt omnes bestiae sylvae (Psalm. CIII, 20). I ladri cercano il buio; il Demonio, che spoglia d’ogni virtù, gira del continuo in cerca di ciechi spirituali, e toglie a loro tutto ciò che possono avere. 7° I ciechi dello spirito precipitano d’abisso in abisso; s’inoltrano di delitto in delitto; si sprofondano nel male, e sono immersi in ogni sorta di brutture finché vi periscono soffocati. Come cadaveri nel sepolcro finiscono nella putrefazione. 8° L’accecamento spirituale termina finalmente nell’induramento.