Il padre Beniamino raccontò: «Quando scendemmo a Scete dopo il raccolto, ci portarono da Alessandria parte dei frutti: a ciascuno un vaso di olio raffinato, chiuso col gesso. Quando ritornò la nuova stagione dei raccolti, i fratelli portarono alla loro assemblea ciò che era avanzato. Io non avevo aperto il mio vaso, ma l’avevo forato con un punteruolo, per prendere solo un poco d’olio. E credevo in cuor mio di avere fatto gran cosa! Ma quando i fratelli portarono i loro vasi intatti, mentre il mio era forato, per la vergogna mi sentii come un fornicatore» (144cd). Il padre Beniamino, presbitero alle Celle, raccontò: «Ci recammo insieme con altri da un anziano a Scete, e volevamo dargli un po’ d’olio. Ma egli ci disse: - Ecco dov’è il vasetto che mi portaste tre anni fa. È ancora là dove l’avete messo. Ciò udendo, ammirammo la vita che l’anziano conduceva» (144d; PJ IV, 12). Lo stesso padre raccontò: «Ci recammo da un altro anziano, ed egli ci trattenne a mangiare, e ci presentò olio di rafano. Gli chiedemmo allora: - Padre, dacci piuttosto un po’ di olio buono. A ciò, egli si fece un segno di croce dicendo: -Non so se esista altro olio all’infuori di questo» (144d-145a). Morendo, il padre Beniamino disse ai suoi figli: «Fate questo e potrete salvarvi: Siate sempre nella gioia, pregate senza interruzione, in ogni circostanza rendete grazie». Il medesimo disse: «Percorrete la via regale, misurate le miglia, e non perdetevi d’animo». Da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.

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