• Il padre Teodoro di Ferme possedeva tre bei libri; si recò dal padre Macario e gli disse: «Ho tre bei libri che mi sono molto utili. Anche i fratelli li usano e ne traggono vantaggio. Dimmi, che devo fare? Li tengo per l’utilità mia e dei fratelli, oppure li vendo e do il ricavato ai poveri?». «Buone cose ambedue - rispose l’anziano - ma la cosa migliore di tutte è il non possedere nulla». A queste parole, Teodoro (che comunque era cattolico e non pauperista, ndR) se ne andò, vendette i libri e distribuì il danaro ai poveri (188a; PJ VI, 6).

• Un fratello che viveva alle Celle era molto turbato dalla solitudine, e venne dal padre Teodoro di Ferme per dirglielo. Questi gli disse: «Va’, umilia il tuo pensiero, sottomettiti e vivi insieme con altri». Ma il fratello ritornò dall’anziano e gli disse: «Nemmeno con altri uomini trovo pace». E il vecchio gli disse: «Se non trovi pace né da solo né con altri, perché sei venuto a farti monaco? Non forse per sopportare le tribolazioni? Dimmi, da quanti anni hai indossato l’abito?». «Otto», rispose. E l’anziano gli disse: «In verità sono settant’anni che porto l’abito e nemmeno un giorno ho avuto quiete. E tu pretendi di averla dopo otto?». Ciò udendo se ne andò, reso più forte (188b; P] VII, 5). Tratto da Vita e detti dei Padri del deserto, edizione Città Nuova, 1999.

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