Un fratello chiese al padre Ammone: «Dimmi una parola». L’anziano gli disse: «Ecco, poniti in mente ciò che pensano i malfattori in prigione: essi domandano sempre a tutti dov’è il giudice e quando verrà, e piangono nell’attesa del castigo. Allo stesso modo il monaco deve sempre essere attento, e accusare l’anima sua dicendo: - Guai a me, come potrò presentarmi al tribunale di Cristo?  Come potrò giustificarmi dinanzi a Lui? Se tu ripeti questo incessantemente, potrai salvarti» (120a; PJ III, 2). Raccontano che il padre Ammone uccise una volta un basilisco: uscito nel deserto per attingere acqua al pozzo, vide un basilisco e si gettò con la faccia a terra dicendo: «Signore, chi deve morire, io o lui?». Immediatamente il basilisco fu squarciato dalla potenza di Cristo (120b). Il padre Ammone ha detto: «Ho trascorso quattordici anni a Scete chiedendo a Dio giorno e notte la grazia di vincere l’ira» (PJ VII, 3). Uno dei padri raccontò che alle Celle vi era un monaco molto laborioso, che indossava una stuoia. Si recò un giorno dal padre Ammone. L’anziano lo vide vestito di una stuoia e gli disse: «Questo non ti giova a nulla». L’altro lo interrogò: «Sono preso da tre pensieri, se vagare nel deserto, se andare in terra straniera dove nessuno mi conosca, o se invece chiudermi in una cella, non rispondere a nessuno, e mangiare un giorno sì e un giorno no». Il padre Ammone gli disse: «Nessuna di queste tre cose ti giova. Rimani piuttosto nella tua cella, mangia un po’ ogni giorno, medita incessantemente nel tuo cuore la parola del pubblicano, e potrai salvarti» (120bc; P] X, 16). «Il pubblicano, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore» (Lc., XVIII, 13). Dei fratelli vennero a trovarsi in angustie nel luogo dove abitavano e, pensando di lasciarlo, si recarono dal padre Ammone. Ed ecco che l’anziano era in viaggio in barca; e, vedendoli camminare sulla riva del fiume, chiese ai barcaiuoli: «Mettetemi a terra!», e chiamò i fratelli: «Io sono quell’Ammone da cui volete andare!». Consolò i loro cuori e li convinse a ritornare donde erano partiti. Ciò che li angustiava infatti non era di danno alle loro anime, ma umana tribolazione. Una volta il padre Ammone, venuto al fiume per attraversarlo, vi trovò un battello bene allestito, nel quale prese posto. Ed ecco sopraggiungerne un altro, che trasportava persone ragguardevoli. Gli dicono: «Vieni anche tu, padre, viaggia con noi». Ma egli dice: «Io salgo solo nell’imbarcazione pubblica». Egli aveva con sé un piccolo fascio di rami di palma, e sedeva intrecciando una corda e quindi disfacendola, finché l’imbarcazione non fu arrivata ed ebbe così raggiunto la riva. I fratelli si inchinarono davanti a lui dicendo: «Perché fai così?». Disse loro l’anziano: «Perché, avendo sempre il pensiero impegnato, io non divaghi». Ma questo è solo un esempio, per dire che dobbiamo percorrere con raccoglimento la via di Dio (120d-121a). Un giorno il padre Ammone, uscito per recarsi dal padre Antonio, perse la strada. Si sedette allora per dormire un poco, quindi, alzatosi dal sonno, pregò Dio con queste parole: «Ti supplico, Signore Dio mio, non perdere la tua creatura!» . E gli apparve come una mano d’uomo sospesa in cielo, che gli indicò la via, finché giunse e si fermò alla grotta del padre Antonio. A questo padre Ammone, il padre Antonio profetizzò che doveva fare progressi nel timore di Dio; lo condusse fuori dalla cella e gli mostrò una pietra dicendogli: «Insultala e colpiscila!» Dopo che ebbe fatto così, il padre Antonio gli chiese: «Forse che la pietra ha detto qualcosa?». L’altro disse: «No». E il padre Antonio a lui: «Ecco, anche tu devi arrivare a questo punto». E così avvenne: il padre Ammone fece tali progressi che per la sua grande bontà ignorava completamente il male. In questa situazione, divenuto vescovo, gli venne condotta un giorno una giovane che era incinta, e gli dissero: «Il tale... ha commesso questo. Puniscili!». Egli invece, fatto un segno di croce sul suo ventre, diede ordine di darle sei paia di lenzuoli, perché, se al momento del parto o lei o il bimbo fossero morti, non mancasse qualcosa in cui seppellirli. Quelli che l’accusavano gli dissero: «Perché fai questo? Puniscili piuttosto!». Ma egli disse loro: «Non vedete fratelli che è vicina alla morte? E cosa posso fare io?». E la congedò (121bc). Da Op. cit., edizione Città Nuova, 1999.

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