Concilio di Vienne: soppressione dei Templari

Pillola settimanale di Magistero

• La infamia, il sospetto, le clamorose relazioni e le altre cose già dette, tutte a sfavore dell’Ordine (dei Templari), ed inoltre l’ammissione nascosta e clandestina dei frati dello stesso ordine, la differenza di molti di quei frati dal comune comportamento, dal modo di vivere e dai costumi degli altri cristiani, specie poi per il fatto che ammettendo nuovi membri li obbligavano a non rivelare il modo della loro ammissione, e a non uscire dall’Ordine, inducono a presumere contro di loro. Riflettendo, inoltre, che da tutto ciò è nato contro quest’Ordine un grave scandalo, che difficilmente potrebbe esser messo a tacere se l’Ordine continuasse ad esistere e considerando i pericoli per la fede e per le anime, e gli orribili numerosi misfatti della maggior parte dei frati dello stesso Ordine e molte altre giuste ragioni e cause ci siamo dovuti risolvere alle decisioni che seguono.

La maggior parte dei Cardinali, e almeno quattro quinti di quelli che sono stati eletti da tutto il Concilio ha ritenuto più conveniente, vantaggioso e utile per l’onore di Dio, per la conservazione della fede cristiana, per l’aiuto alla Terra Santa e per molte altre giuste ragioni che si seguisse piuttosto la via di un provvedimento della Sede apostolica, sopprimendo l’Ordine (dei Templari) e assegnando i beni all’uso cui erano destinati, provvedendo anche salutarmente alle persone dello stesso Ordine, che non quella del rispetto del diritto alla difesa, e della proroga di questa questione. Anche in altri casi, pur senza colpa dei frati, la Chiesa romana qualche volta ha soppresso ordini di importanza assai maggiore per motivi senza paragone più modesti di quelli accennati, pertanto con amarezza e dolore, non con sentenza definitiva, ma con Provvedimento apostolico, Noi, con l’approvazione del santo Concilio, sopprimiamo l’Ordine dei Templari, la sua regola, il suo abito e il suo nome, con decreto assoluto, perenne, proibendolo per sempre, e vietando severamente che qualcuno, in seguito, entri in esso, ne assuma l’abito, lo porti, e intenda comportarsi da Templare. Se poi qualcuno facesse diversamente, incorra la sentenza di scomunica ipso facto.