Nell’anno 1290 accadde a Parigi un episodio strepitoso che viene raccontato da serissimi autori di storia ecclesiastica. Una donna cattolica aveva ottenuto da un usuraio ebreo pochi danari e gli aveva lasciato in pegno la veste dei giorni festivi. Avvicinandosi la Pasqua e non potendo pagare il suo debito, la povera donna pregò l’usuraio se almeno le avesse concesso di riprendere la veste per un giorno solo, per il giorno della santa comunione, dopodiché subito l’avrebbe restituita. L’usuraio, nell’udire le parole «santa comunione», rispose alla donna: «Io ti restituisco la veste, ti rimetto anzi tutto il debito, se tu, facendo la comunione, mi conservi intatta la particola e me la porti in casa». La donna, debole e nel contempo infelice, acconsentì all’empia e sacrilega proposta. Andò in chiesa, si comunicò, si tolse di bocca immediatamente la particola, l’acconciò dentro una pezzuola e poi la recò all’usuraio. Questi, veduta appena quella particola sacrosanta, la pose sopra il suo forziere e, vomitando infernali bestemmie, la cominciò a punzecchiare con un piccolo coltello. L’ostia, allora, da tutte le ferite cacciò sangue. Accecato d’odio contro Gesù, l’usuraio prese un chiodo e lo conficcò in quell’ostia, ed essa sempre cacciò sangue. Poi la prese con le sue mani impure e la scagliò nel fuoco. Ma che cosa avvenne? La particola volò via dalle fiamme e rimase sospesa in aria nella stanza. L’uomo riempì una caldaia d’acqua, la mise sul fuoco, la caldaia bollì, infine afferrò la particola e la buttò nell’ acqua bollente. Ma in un momento tutta quell’acqua si cambiò in sangue e l’ostia si elevò sopra la caldaia. Pazzo di rabbia e di dispetto, l’uomo chiamò la moglie e questa guardò e non vide già l’ostia, ma Cristo crocifisso in un muro della stanza. «L’hai crocifisso - gridò allora la moglie - l’hai crocifisso, sciagurato!». Un loro figlio vede dalla porta una gran folla che va alla chiesa. «Dove andate voi?», domandò a tutti il ragazzo. «Andiamo alla chiesa a prendere Gesù Cristo nella santa eucaristia», risposero molti. «È inutile tutto questo - rispose il ragazzo - mio padre or ora ha già ucciso Gesù Cristo». Nessuno badò alle parole del ragazzo, credendole una ridicola storiella. Una donna però volle entrare in quella casa e subito le corse agli occhi lo spettacolo dell’ostia che stava sopra la caldaia bollente e che da molte parti colava sangue. La pia donna prese quella particola con grande devozione, la consegnò ad un parroco, il quale, a sua volta, la consegna a Simone Bussi, allora arcivescovo di Parigi. Quell’ostia diventò oggetto d’una grandissima devozione e venerazione. «La moglie e il figlio dell’usuraio si fecero cattolici, ma egli, rimanendo ostinato nell’odio contro Gesù Cristo, venne punito con la morte sui patiboli di Parigi», ricorda il padre Belmonte. ...
(Tratto da Giacinto Belmonte cappuccino, Racconti miracolosi, 1887, con permesso dei Superiori, vol. II, pagine 246 - 249).
A cura di Carlo Di Pietro