Per spiegare sinteticamente in cosa consista e quali conseguenze produca l’ateismo politico adoperiamo la medesima voce presente sul «Dizionarietto di Dottrina politica dei Papi» (Editrice L’alleanza italiana, 1960, Vol. 1, pagina 15).
Della mancata pace e dei mali che conseguono vi è una causa - insieme - più grave e più profonda: «Quelli che abbandonarono il Signore andranno consunti» - qui dereliquerunt Dominum, consumentur (Isaia, I, 28). Non meno vero è ciò che Gesù Redentore, Maestro degli uomini, ha detto: «Senza di Me nulla potete fare» - sine Me nihil potestis facere (S. Giovanni, XV, 5). Ed anche: «Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde» - Qui non est mecum, adversum me est; et, qui non colligit mecum, dispergit (S. Luca, XI, 23).
Papa Pio XI nella Ubi arcano (23-12-1922) dice ancora: «Gli uomini si sono allontanati da Dio e da Gesù Cristo e per questo sono caduti al fondo di tanti mali; per questo stesso si logorano e si consumano in vani e sterili tentativi di porvi rimedio, senza neppure riuscire a raccogliere gli avanzi di tante rovine. (Con le Rivoluzioni, ndR) - si è voluto che fossero senza Dio e senza Gesù Cristo le leggi ed i governi, derivando ogni autorità non da Dio, ma dagli uomini; e con ciò stesso venivano meno alle leggi, non soltanto le sole vere ed inevitabili sanzioni, ma anche gli stessi supremi criteri del giusto, che anche Cicerone intuiva potersi derivare soltanto dalla legge divina. È venuta pure meno all’autorità ogni solida base, ogni vera e indiscutibile ragione di supremazia e di comando da una parte, di soggezione e di ubbidienza dall’altra; e così la stessa compagine sociale, per logica necessità, doveva andarne scossa e compromessa, non rimanendole ormai alcun sicuro fulcro, ma tutto riducendosi a contrasti ed a prevalenze di numero e di interessi particolari».
Sempre Papa Pio XI, per la 28a Sett. Sociale di Francia (18-7-1936), afferma: «L’attuale orizzonte è oscurato dalle più minacciose nuvole, ora sopratutto che delle iniziative criminali giungono fino all’esaltazione di ogni specie di idoli, perfino alla distruzione del sentimento religioso, sotto il manto di un ateismo eretto a principio civilizzatore».
E nella Divini Redemptoris (19-3-1937) tuona: «Si pretende di introdurre una nuova epoca e una nuova civiltà, frutto soltanto di una cieca evoluzione: “una umanità senza Dio”». Nello stesso Documento il legittimo successore di San Pietro, Pio XI, insegna: «Lo Stato deve lasciare alla Chiesa la piena libertà di compiere la sua divina e del tutto spirituale missione per contribuire con ciò stesso potentemente a salvare i popoli dalla terribile tormenta dell’ora presente. Si fa oggi dappertutto un angoscioso appello alle forze morali e spirituali; e ben a ragione, perché il male che si deve combattere è prima di tutto, considerato nella sua prima sorgente, un male di natura spirituale, ed è da questa sorgente che sgorgano con una logica diabolica tutte le mostruosità - per esempio, ndR - del Comunismo. Ora, tra le forze morali e religiose eccelle incontestabilmente la Chiesa Cattolica; e perciò il bene stesso dell’umanità esige che non si pongano impedimenti alla sua operosità. Se si agisce altrimenti e si pretende in pari tempo di raggiungere lo scopo con mezzi puramente economici e politici, si è in balia di un pericoloso errore. E quando si esclude la Religione dalla scuola, dall’educazione, dalla vita pubblica e si espongono a ludibrio i rappresentanti del Cristianesimo e i suoi sacri riti, non si promuove forse quel materialismo donde germoglia - per esempio, ndR - il Comunismo? Né la forza, neppure la meglio organizzata, né gli ideali terreni, siano pur essi i più grandi e i più nobili, possono padroneggiare un movimento, che getta le sue radici proprio nella troppa stima dei beni del mondo».
Il Pontefice dichiara inconcepibile quel governo che intenda poggiare solo su quanto, per mera convenienza, pretende debba essere “natura”, mentre invece rigetta insieme natura e sopranatura!
Papa Leone XIII nella Lettera È giunto all’imperatore del Brasile (19-7-1889) dice: «La libertà di culto pone sul medesimo piano la verità e l’errore, la Fede e l’eresia, la Chiesa di Gesù Cristo ed una qualsiasi istituzione umana: stabilisce una deplorevole e funesta separazione tra la società umana e Dio, suo Autore; perviene, infine, alle tristi conseguenze che sono l’indifferentismo di Stato in materia religiosa, o l’ateismo, che ne è l’equivalente».
E Papa Pio XII (21-2-1946) ammaestra i Cardinali: «Senza Dio e lontano da Dio non può esservi tra gli uomini alcuna vera, solida e sicura unità».
All’on. De Nicola il Pontefice dice (31-7-1946): «Come potrebbero la verità e la giustizia pienamente trionfare là ove s’ignorasse la fonte suprema di ogni verità e di ogni giustizia e il nome stesso di Dio?».
Alla Gioventù Cattolica tedesca (23-5-1952) Pio XII insegna: «Certi sistemi che si illudono di condurre, senza Dio e contro Dio, al benessere, alla felicità e alla potenza, diventano nient’altro che un flagello del proprio e degli altri popoli, per finire in una rovina senza pari. Perché il benessere e la potenza diventino una benedizione e non una maledizione per i popoli, debbono essere fondati su Dio, sul riconoscimento del suo incondizionato dominio e sull’adempimento della sua santa volontà».
Fra i principali divulgatori dell’ateismo politico dobbiamo annoverare non solo gli atei dichiarati, ma anche i subdoli capibastone della cosiddetta “Democrazia Cristiana” (Cliccare qui per approfondimento) e tutti i rappresentanti del modernismo che occupano la Chiesa dall’interno («nelle viscere … nelle vene», presagiva san Pio X nella Pascendi).
Carlo Di Pietro da Il Roma