Fra le istituzioni che si prodigano per la restaurazione e la conservazione dell’ordine internazionale, la Chiesa — supernazionale ad un tempo ed internazinale — deve avere un posto eminente. Essa appunto fra le incertezze e gli errori delle claudicanti filosofie può fornire sicure norme morali e solide basi al diritto: soprattutto essa diffonde lo spirito di (vera) fratellanza, ed educa le coscienze risvegliando e perfezionando quella sensibilità morale, che è la piattaforma di ogni ordine sia privato sia pubblico, sia nazionale sia internazionale.
Non basta, perché si stabilisca e perduri un ordine fra le nazioni, un nuovo e ragionale riassetto economico. Solo un’intelligenza obnubilata ed irretita nella filosofia marxista, per la quale l’elemento economico o, come altri direbbe, lo stomaco, determina e sorregge lo sviluppo integrale della civiltà, potrebbe assentire alla chimera di un ordine nella società che sia stabile e sicuro per la sola ragione che abbondino i mezzi di sussistenza. Sarebbe lo stesso quanto l’affermare che fra due coniugi, che costituiscono la giù piccola società che possiamo immaginarci, regnerebbe senz’altro l’ordine, ossia la concordia, l’amore, lo spirito di tolleranza e di sacrificio, alla condizione esclusiva di avere una buona dote.
Gli uomini abbattono l’ordine fino ad azzannarsi a vicenda sui campi di guerra per cause in cui gl’interessi materiali non sono predominanti, e talora esulano del tutto. «La storia ci dimostra che giammai uno Stato ha potuto fondarsi unicamente su basi economiche, senza che la popolazione fosse insieme legata da vincoli morali, ossia da un ideale comune».
Ciò che vale per una sola nazione, vale per ogni aggruppamento di nazioni: bisogna non solo una disciplina di rapporti economici, ma altresì un elemento comune che abbia forza di attrazione ed unifichi i voleri e, coi voleri, l’azione. L’economia non unisce le anime, ma i corpi. Ma è questa un’unione precaria, fatta di compromessi ed accamodamenti ben fragili; giacché per essere limitati i beni economici generano di continuo attriti ed intestine discordie.
«E’ nella natura stessa dei beni materiali, c’insegna Papa Pio XI, che la loro disordinata ricerca diventi radice di ogni male. Infatti da una parte non possono appagare le nobili aspirazioni del cuore umano... dall’altra parte (al contrario dei beni dello spirito, che quanto più si comunicano tanto più arricchiscono senza mai diminuire) i beni materiali quanto più si spartiscono fra molti, più scemano nei singoli... onde non possono mai né contentare tutti egualmente, né appagare alcuno interamente, e con ciò diventano fonte di divisione» ...
La velocità di scaricamento delle pagine può variare in base alla connessione internet utilizzata. Per scaricare il PDF del libro cliccare qui. Per inviare una donazione a Sursum Corda cliccare qui. «Nessuno al mondo vorrà mai ammettere di essere avaro! Tutti negano di essere contagiati da questo tarlo che inaridisce il cuore. Chi adduce a scusa il pesante fardello dei figli, chi la necessità di crearsi una posizione solida... Quelli poi che sono avari più degli altri, non ammetteranno mai di esserlo, e il bello è che, in coscienza, sono proprio convinti di non esserlo! L’avarizia è una febbre maligna, che più è forte e bruciante e più rende insensibili» (San Francesco di Sales, «Filotea»).
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