Qui non crediderit, condemnabitur. Marci 16. 16. + Signora, io vedendo e piangendo i danni che in questi tempi stan facendo gl’increduli al popolo cristiano, e desiderando di vedervi dato riparo, non essendomi ciò permesso dalle mie deboli forze, ho voluto prima di morire impiegarmi almeno a scoprire i loro errori, e confutarli, acciocché gl’incauti non restino ingannati da’ loro sofismi. Per tanto ho pensato di dare alla luce questa mia opera (Verità della Fede, ndR). Ma a che mai ella gioverà, se dal vostro favore non viene avvalorata? O Maria, voi già mirate dal cielo la strage d’anime che fa l’inferno oggidì per mezzo di questi errori disseminati in più regni, dove prima ha regnato intatta la santa fede. Ma non siete voi quella, a cui sta concessa la gloria di sopprimere e distruggere tutte le eresie? Di voi canta la chiesa: Cunctas haereses interemisti in universo mundo. A voi dunque tocca di abbattere colla vostra potente mano questi nemici della croce di Gesù Cristo. Affaticatevi pertanto, o gran Madre di Dio, a liberarci dal danno che trama l’inferno a tante anime semplici; e perciò degnatevi di prendere ancora sotto il vostro patrocinio questo mio povero libro, acciocché quelli nelle cui mani capiterà non si lascino illudere dagl’inganni di questi increduli moderni: e se mai taluno fosse rimasto abbagliato da’ loro sofismi, apra gli occhi a riconoscere le verità della nostra santa fede, senza la quale non vi è speranza di salute. Così sia. +

[Preghiera pensata dal Santo Dottore in occasione nella stesura del suo importante libro Verità della Fede].