+ Il dono della fede. Ti salutiamo o immortale Dottore, tu a cui l'Oriente e l'Occidente hanno decretato il titolo di Teologo per eccellenza! Illuminato dal raggio della gloriosa Trinità, ce ne hai manifestato gli splendori, per quanto è possibile ai nostri occhi di intravvederlo in questa vita. In te si è avverata questa parola: Beati i puri di cuore perché vedranno Iddio (Mt. 5, 8). La purezza della tua anima t'aveva preparato a ricevere la luce divina, e la tua penna ispirata ha saputo rendere una parte di quello che il tuo spirito aveva gustato. Ottienici, o grande Dottore, il dono della fede che mette la creatura in comunicazione con Dio, e il dono dell'intelletto, che le fa capire ciò che essa crede. Tutte le tue opere ebbero lo scopo di premunire i fedeli contro le seduzioni dell'eresia, facendo risplendere ai loro occhi i dogmi divini nella loro totale magnificenza. Rendici attenti, affinché evitiamo gli agguati dell'errore, e apri il nostro occhio alla luce ineffabile dei misteri, a quella luce che, secondo San Pietro, è per noi come una lucerna che risplende in luogo oscuro, fino a che non spunti il giorno e la stella del mattino non sorga nei nostri cuori (2Pt. 1, 19).

L' Unità della fede. In questi tempi in cui l'Oriente, da un pezzo in preda alla triste immobilità dell'errore secolare e della servitù, sembra essere alla vigilia di una crisi che dovrà modificare profondamente il suo destino, mentre una politica profana pensa a sfruttare a profitto dell'umana ambizione i cambiamenti che si preparano, ricordati, o Gregorio, della disgraziata Bisanzio. Può darsi che domani essa verrà disputata, come una preda, dalle potenze del mondo. Tu che per un momento fosti il suo Pastore, tu, il cui ricordo non è ancora cancellato dalla sua memoria, strappala allo spirito dello scisma e dell'errore. Essa non cadde sotto il giogo degli infedeli che per punizione della sua rivolta contro il vicario di Cristo. Ben presto questo giogo sarà spezzato: ottieni che nel medesimo tempo si spezzi e venga annientato per sempre quello dell'errore e dello scisma, anche più pericoloso ed umiliante. Si manifesta già un movimento di ritorno: intere province si scuotono e sembrano voler gettare uno sguardo di speranza verso la madre comune delle Chiese, che apre loro le braccia. Dall'alto dei cicli, aiuta questa riconciliazione. L'Oriente e l'Occidente ti onorano come uno degli inni più sublimi della verità divina; per mezzo delle tue preghiere ottienici che esse vengano ancora una volta riunite nello stesso ovile, sotto il medesimo Pastore, prima che l'Agnello, immolato e risuscitato, ridiscenda dal cielo per separare la zizzania dal buon grano, per condurre con lui nella sua gloria la Chiesa sua Sposa e nostra madre, all'infuori della quale non vi è salvezza.

La grazia Pasquale. Aiutaci, in questi giorni, a contemplare gli splendori del nostro divin Risorto; fa' che trasaliamo di santo entusiasmo in questa Pasqua che ti inondava delle sue gioie, e ti ispirava i sublimi accenti che poc'anzi abbiamo ascoltato. Questo Cristo, uscito trionfante dalla tomba, tu l'hai amato fino dai più teneri anni e nella tua vecchiaia ti faceva ancora battere il cuore. Prega affinché pure noi gli restiamo fedeli, affinché i suoi misteri rapiscano ognora le anime nostre; che questa Pasqua dimori sempre in noi, che il rinnovamento che essa ci ha portato perseveri nella nostra vita; e che nei suoi successivi ritorni possa ritrovarci attenti e vigilanti per festeggiarla con ardore sempre nuovo, fino a che la Pasqua eterna ci accolga e dia le sue allegrezze senza fine. Così sia. +

[9 maggio, San Gregorio di Nazianzo, Vescovo, Confessore e Dottore (329 - 390 circa). A Nazianzo, in Cappadocia, il natale del Beato Gregorio Vesco­vo, Confessore e Dottore della Chiesa, per la singolare scienza delle cose divine soprannominato il Teologo, il quale, essendo Vescovo di Costantinopoli, vi ristabilì la fede cattolica quasi estinta, e represse le insorgenti eresie. Dal Martirologio Romano. Preghiera di dom Prosper Guéranger].