+ O glorioso ed amabile San Felice, mentre voi eravate in questa terra, a servire Iddio nell’umile stato di Laico cercatore Cappuccino, piaceste tanto a Gesù e alla sua Madre Santissima, che Quegli per le mani di Questa discese sovente fra le vostre braccia in forma di vezzoso Pargoletto, facendovi gustare le delizie del Paradiso. Orsù, dunque, caro San Felice, ottenetemi dal Signore la grazia … di cui ho bisogno e che ardentemente desidero per il maggior bene dell’anima mia. Deh! Vi muovano a pietà le mie angosce, vi muovano le lacrime dei miei amati congiunti. Voi siete il Santo del candore e della letizia, il Protettore dei bambini infermi. Ecco perché fermamente spero di conseguire per i meriti vostri questa grazia, e ve la domando in nome di quella ebrezza che vi punse e vi strinse di perenne amore a Gesù e Maria. Così sia. +

[18 maggio, San Felice da Cantalice, Confessore (Cantalice, Rieti, 1515 - Roma, 18 maggio 1587). A Roma San Felice Confessore, dell’Ordine dei Minori Cappuc­cini, illustre per la semplicità evangelica e per la carità, dal Sommo Pontefice Clemente undecimo iscritto nel catalogo dei Santi. Dal Martirologio Romano].