+ Se gli insegnamenti della vostra vita, o santi Martiri Gervasio e Protasio, non sono giunti fino a noi, possiamo dire con Ambrogio, quando vi presentava al suo popolo: La migliore eloquenza è quella che scaturisce dal sangue; poiché il sangue ha una voce risonante, che penetra dalla terra nel cielo (Lettera XXII). Fateci comprendere il suo potente linguaggio. I cristiani debbono essere sempre pronti a rendere la loro testimonianza al Dio redentore. Le nostre generazioni non avrebbero forse più sangue nelle vene inaridite? Guarite il loro incurabile abbattimento; ciò che non possono più i medici delle anime lo può sempre Gesù Cristo. Sorgete dunque, o gloriosi fratelli, indicateci la nobile via della dedizione e della sofferenza. Non può essere che i nostri miseri occhi abbiano potuto invano, in questi ultimi tempi, contemplarvi come quelli di Ambrogio; se Dio vi rivela nuovamente alla terra dopo tanti secoli, egli ha in questo le stesse mire di una volta: risollevare mediante voi l'uomo e la società da una servilità funesta, scacciare l'errore, salvare la Chiesa che non può perire, ma che Egli vuole liberare per mezzo dei suoi Santi. Voi che un tempo avete ottenuto con le vostre preghiere la pace per l'Italia dilaniata da una lunga guerra, ottenete ancor oggi dal Padre celeste la pace per il mondo intero. Riconoscete con degni favori la protezione di cui Pietro ricopre i vostri resti. Milano sia degna di voi e di Ambrogio. Visitate ancora tante regioni, vicine o lontane, che il sangue trovato nella vostra tomba arricchiva una volta. La Francia, che vi fu tanto devota, e che pose cinque delle sue cattedrali sotto il vostro glorioso appellativo, attende da voi uno speciale aiuto: rianimate in essa, o Martiri, la devozione degli antichi giorni; distaccatela dalle sette e dagli apostati; e fate che ridiventi presto il soldato di Dio! Così sia. +

[19 giugno. A Milano i Santi Martiri Gervasio e Protasio fratelli, dei quali il primo dal Giudice Astasio fu fatto percuotere con flagelli piombati finché non rese lo spirito; l’altro, percosso con bastoni, fu fatto decapitare. I loro corpi, per divina rivelazione, furono ritrovati dal Beato Ambrogio cosparsi di sangue e così incorrotti, come se fossero stati uccisi in quel giorno: nella loro traslazione, un cieco, toccando il feretro, ricuperò la vista, e moltissimi, infestati dai demoni, furono liberati. Dal Martirologio Romano. Preghiera di dom Prosper Guéranger].