Se manca la fede, l’orazione non ha valore (De Verbis Dom). La condizione essenziale per pregare convenientemente è dunque, come abbiamo detto, lo stare saldi nella fede, come mostra l’Apostolo con quella domanda: «In qual modo invocheranno Colui al quale non credono?» (Rm. 10, 14). Pertanto è necessario credere perché possiamo pregare, e non venga meno la fede stessa, con la quale preghiamo fruttuosamente. È la fede, infatti, che ispira la preghiera, e la preghiera fa sì che, eliminato ogni dubbio, la fede sia stabile e salda. Con questi pensieri sant’Ignazio esortava coloro che vogliono avvicinarsi a Dio con la preghiera, dicendo: «Non portare nell’orazione animo incerto. Oh felice chi non avrà dubitato!». A ottenere quindi quel che vogliamo da Dio ci danno massimo affidamento la fede e la sicura speranza di essere esauditi, come ammonisce san Giacomo: «Chieda nella sua fede, senza affatto esitare» (1, 6). Molte sono le cose in cui noi dobbiamo aver fiducia nel compiere questo dovere dell’orazione. La favorevole volontà di Dio e la Sua benignità si possono vedere da questo, che Egli c’impone di chiamarlo Padre, perché comprendiamo che siamo Suoi figli. È poi quasi infinito il numero di coloro che per noi lo supplicano. Primo è Colui che sempre è pronto a intercedere per noi, Cristo nostro Signore, di cui è detto in san Giovanni: «Se alcuno ha peccato, abbiamo come avvocato, presso il Padre, Gesù Cristo giusto; ed egli stesso è propiziazione per i nostri peccati» (1 Jn. 2, 1). Parimente l’apostolo Paolo dice: «Gesù Cristo, che è morto ed è risorto, siede alla destra di Dio e intercede per noi» (Rm. 8, 34). E così scrive a Timoteo: «C’è un solo Dio, un solo mediatore fra Dio e gli uomini: l’uomo Cristo Gesù» (1 Tm. 2, 5); ed agli Ebrei: «Cristo dovette rendersi simile in tutto ai fratelli, per essere misericordioso e fedele sacerdote al cospetto di Dio» (He. 2, 17). Perciò, anche se siamo indegni di ottenere, dobbiamo grandemente sperare e confidare che, per l’autorità del nostro ottimo mediatore e patrocinatore Gesù Cristo, Dio ci concederà quello che rettamente Gli avremo chiesto per mezzo di lui. Inoltre, ispiratore della nostra preghiera è lo Spirito santo, sotto la guida del quale le nostre preghiere necessariamente sono ascoltate. Abbiamo infatti ricevuto lo Spirito d’adozione dei figli di Dio, in virtù del quale gridiamo: «Abbà (Padre)» (Rm. 8, 15). Questo Spirito aiuta la nostra debolezza e la nostra inesperienza nel dovere dell’orazione; anzi, egli stesso chiede per noi con gemiti inenarrabili (Rm. 8, 26). Che se alcuni oscillano e non si credono abbastanza saldi nella fede, usino quella invocazione degli Apostoli: «Signore, accresci in noi la fede» (Lc. 17, 5-6), e l’altra di quel padre, nel Vangelo: «Aiuta la mia incredulità» (Mc. 9, 23). Se saremo pieni di fede e di speranza, otterremo da Dio quel che desideriamo, sopratutto quando conformeremo alla Sua legge la volontà ed ogni nostra intenzione, azione ed orazione: «Se rimanete in me, Egli dice, e rimangono in voi le mie parole, chiederete quanto vorrete e vi sarà concesso» (Jn. 15, 7). Però, per poter chiedere ogni cosa a Dio, è necessario far precedere, come già abbiamo detto, la dimenticanza delle offese, la benevolenza e l’aiuto benefico verso il prossimo.

Catechismo tridentino. Preparazione all’orazione, terza ed ultima parte