Dal libro: «L’inferno è dogma o favola?» - Sottotitolo: Se esiste. Che cos’è. Come possiamo evitarlo, Mons. Gaston de Ségur. La volontà dei dannati è pietrificata nel peccato, nel male e nella morte soprannaturale. Vediamo cosa, nell’odierna vita terrena, rende possibile la conversione di un peccatore: 1) Egli ne ha il tempo; 2) Il buon Dio gli può concedere sempre la grazia; 3) Inoltre, poiché egli è libero, può, di sua scelta, ritornare dalla parte di Dio. Si tratta, difatti, di un atto di libera volontà quello che ha allontanato il peccatore dal suo Dio. È, quindi, con un altro atto di libera volontà, attraverso la grazia di questo Dio buono, che può ritornare a Lui, pentirsi e, da figliuol prodigo, tornare perdonato alla casa paterna. Tuttavia al momento della morte quella libertà è finita per sempre. L’anima del defunto non può più scegliere, ma dimorerà in quel che ha scelto. Chi ha scelto il bene e la vita: possederà per sempre il bene e la vita. Chi ha scelto follemente il male e la morte: sarà nella morte, per sempre, e solo perché l’ha voluto quando potevate volerlo. È l’eternità delle pene! (...) La volontà del peccatore dannato resta, per necessità, quella del momento della morte. Così com’è, resta immobilizzata: il dannato «vuole sempre e necessariamente il male che ha fatto», scrive San Bernardo. Il male e lui fanno un tutt’uno; è come un peccato vivente, permanente, immutabile. I beati vedono Dio nel Suo amore e Lo amano; i riprovati, non vedendo Dio che nei castighi della Sua giustizia, necessariamente Lo odiano. Si tratta di una giustizia rigorosa che colpisce, con un castigo immutabile, un’immutabile perversità. Con una pena eterna, sempre la stessa, punisce una volontà eternamente cristallizzata nel male, eternamente separata da Dio con la rivolta e l’odio, una volontà bloccata nel sempre peccare. Risulta in modo evidente che nell’inferno i dannati, non avendo né il tempo, né la grazia e né la volontà di convertirsi, non possono essere perdonati e devono necessariamente subire un castigo immutabile ed eterno. Infine, come giusta conseguenza, le pene dell’inferno non solo non avranno mai fine, ma non sono suscettibili di alcuna illusoria mitigazione. 

Inferno