Stimati Associati e gentili Sostenitori, rispondiamo ad alcune obiezioni utilizzando il volumetto SOS «Brevi risposte a varie difficoltà», G. Monetti, imprimatur 1944. 

Battibecco, in treno, tra un operaio «cosciente» e un Cappellano Militare. Afferma l’operaio: Scusi, Reverendo! È inutile che tocchi questo tasto della Pasqua; per me, Chiesa, fede, religione, non contano nulla! Sono OPPIO DEL POPOLO! Replica il Cappellano: Davvero? Te ne sei proprio convinto tu, o te l’ha inculcata qualcuno questa convinzione? Risponde: Eh non c’è bisogno di questo; mi basta ragionare da me! Replica il Cappellano: Oh guarda! Senza studiare tanto, saresti arrivato a una scoperta che io non ho ancora saputo fare dopo tanti e tanti anni di studio... Che bell’ingegno! Ma, vediamo: sai cos’è l’oppio? Ebbene ti dico io che cos’è l’oppio: è un estratto di papavero che ha la proprietà di efficace stupefacente. — Ma intanto, vedi un po’: tu fai dipendere l’irreligiosità tua, e quindi l’orientamento sostanziale di tutta la tua vita, da una parola, di cui finora ignoravi il significato! — Convieni che, per un operaio cosciente, come sei tu, questo è un po’ poco... Di più mi mostra ad evidenza che quel pensiero che la religione sarebbe l’«oppio del popolo»  non è stato pensiero tuo, in principio, ma te l’hanno imprestato altri...  Prosegue l’operaio: Che hanno tutte le ragioni di dire così; tanto è il male che la religione fa alla povera gente! Risponde il Cappellano: Povero amico mio! Ti hanno bene sconvolto la testa, va! E si vede una volta di più che non sai neanche tu quello che dici, quando ripeti come un pappagallo quella frase cretina che «la religione è l’oppio del popolo»! E questo anche dopo che ti ho detto che cos’è l’oppio... Sai l’effetto dell’oppio? Quello di addormentare l’individuo, togliendogli la sensazione dei mali presenti. Sicché dire che la religione è l’oppio del popolo, significherebbe in fondo in fondo che la religione addormenta il popolo, sicché non senta più i mali che lo colpiscono. E sarebbe poi questo un gran danno, un torto fatto al lavoratore, al proletario, tanto da mettergli in mala vista la religione? Se dovessi andare all’ospedale — che Dio te ne liberi! — per una lunga e tormentosa operazione chirurgica, rifiuteresti il narcotico che ti addormentasse sicché non sentissi più i tagli?

(Oh no! In questo caso il sonno sarebbe una buona cosa, e buon rimedio il narcotico che lo procurasse) — Ebbene la Religione fa un po’ come il narcotico: ci lenisce i dolori, d’altronde inevitabili, per mezzo della rassegnazione cristiana. Tra le due, non è meglio una vita di tranquilla pazienza rassegnata, che non una vita di rabbia perpetua, quale è la vostra? (Dunque, almeno m questo, è giusto dire che la religione è l’oppio del popolo: vero?) — Non nel senso vostro però, in quanto ne fate un rimprovero alla Religione, mentre dovreste lodarnela! Ma poi ci sono troppi altri spropositi in quella frase da incoscienti! E sono madornali! Vedi, per esempio: — l’oppio agisce soltanto per alcune ore: invece la Religione, se lo vogliamo, influisce perennemente su tutta la vita, disacerbandola, consolandola, normalizzandola! L’oppio addormenta, sì, ma prostra l’organismo: la Religione invece, pur diminuendoci il cruccio delle pene, ci tonifica la vita, dandoci forza di reagire salutarmente contro di esse, e di trarne guadagni! L’uso dell’oppio ubriaca ed abbrutisce, come tutti gli stupefacenti: la Religione, al contrario, nobilita chi sa praticarla e sa viverla! — Se fossi più istruito conosceresti i Santi nella loro grandezza, i grandi Maestri del Cristianesimo nella loro sapienza, i grandi Artisti Cattolici nella loro ispirazione... Tutto frutto della Religione che ne sublimava oltremodo la mente, il cuore, le opere!... E poi che significa quella frase: «La religione è l’oppio del popolo»? Quasi che sia soltanto il popolo, il ceto in cui la religione possa accreditarsi? Tutt’altro! Basta aprire gli occhi per vedere quanta gente rispettabile, e per censo e per cultura e per dignità e per meriti insigni, professi e pratichi la Religione e la insegni agli altri, senza paura alcuna di smentite, di confutazioni, di incorrere la taccia di gente senza cervello. Tutti stupidi quei signori? Tutta gente che ha proprio bisogno di venire da voi per imparare a ragionare, a vedere come stanno le cose, a ben orientarsi nella loro coscienza e nella loro vita? — Un po’ di modestia e di buon senso, mio caro! E questo buon senso e questa modestia vi mostrerebbero, ancora, che la Religione non solo differisce profondamente dall’oppio, anche figuratamente, ma ne è anzi l’opposto; sicché il dirla — nel senso vostro — «oppio del popolo» è la frase più sciocca che si potesse inventare...

(Oh questo poi, forse è esagerato!) — Stammi attento, e ti farò toccare con mano che non esagero. Ti ho detto, dunque, che l’oppio addormenta... Ne segue che, se la Religione fosse veramente l’oppio del Popolo, quanti praticano la Religione ne sarebbero senz’altro addormentati, e profondamente... Ora, chi dorme non piglia pesci! — Viceversa la Religione Cattolica — dato che di quella specialmente si tratta — mostrò e mostra tale meravigliosa attività che è proprio agli antipodi dell’inerzia degli addormentati. Attività conquistatrice nelle Missioni degli Infedeli, attività civilizzatrice tra i Barbari, attività consolatrice e ristoratrice nei più ampi e spaventosi teatri delle miserie umane, attività illuminatrice nei mille e mille Centri di educazione — anche Superiori — onde ha il primato nel mondo; attività vittoriosa contro tutte le violenze, frodi, perfidie, malignità, aberrazioni umane d’ogni genere, accatastatele sulla strada, a modo di barricata ... Chi oserà dire sul serio altrettanti addormentati gli Apostoli, i Martiri, i grandi benefattori del popolo, un San Leone Magno, un San Benedetto, un San Francesco d’Assisi, un Sant’Ignazio di Loyola, un San Vincenzo dei Paoli, un San Giovanni Bosco, un San Francesco Saverio, un San Giuseppe Cottolengo, un San Roberto Bellarmino, un Dante Alighieri, un Michelangelo, un Palestrina, un Raffaello, Papi meravigliosi come Pio IX, Leone XIII, Pio X, Benedetto XV, Pio XI, Pio XII. Se questa è gente che dorme, chi dunque veglia in questo grande dormitorio del mondo? I comunisti forse, che, nel loro nichilismo del vero, del buono, del bello, vorrebbero mutarlo in un cimitero immenso, popolato, non già da semplici addormentati, ma da cadaveri? Inoltre, chi dorme non fa paura! — E invece paura matta fa ai comunisti e a tutta la setta dei cattivi, la Chiesa Cattolica; non per nulla tutte le armi si affilano contro di lei, tutte le macchine contro di lei si rizzano, contro di lei ancora, disperatamente, si rinnovano tutti gli sforzi le tante volte tornati inutili. Lo disse persino il Lenin che, sparito di mezzo tutto il resto, si sarebbero un giorno trovate di fronte, per la lotta suprema, soltanto più Roma e Mosca... E tutte le previsioni, anche semplicemente umane, credilo pure, sono per il trionfo di Roma sopra di Mosca... Roma ha già vinto e stravinto in ben più altre battaglie e ben più ardue!... Tutti addormentati così formidabili prodi? Gli addormentati, sai dove sono? Sai dov’è il vero oppio del popolo? Nei campi di quel vostro materialismo che vi chiude gli occhi, sicché non vediate i veri vostri beni e i veri vostri benefattori, la vera strada della vostra eterna salute e della vera vostra pace anche temporale! Quello sì, ch’è l’oppio fatale che vi snerva, sicché non sappiate fare più nulla di bene, capaci solo a distruggere: — quello è l’oppio che vi ubriaca tanto delle cose materiali e sensibili, sicché non pensiate più ai beni superiori dello spirito: — quello è l’oppio che vi imbestia in modo da darvi l’istinto delle belve feroci, istinto di sangue, di strage, di rabbia, di morte! Quello è l’oppio che vi rovina per il tempo e per l’eternità: — per il tempo in cui vi toglie la pace: l’eternità, che sarà l’eternità disperata dei nemici di Dio, quali voi vi professate... Pensaci, povero amico, finché ne sei in tempo: — non credere all’odio del nichilista: credi all’amore del Ministro di Dio morto in Croce per te, e, per quanto gli si faccia contro, Dominatore del mondo.

a cura di CdP