Comunicato numero 96. Il censimento di Quirinio

Stimati Associati e gentili Sostenitori, vi ricordiamo di prendere visione del Rendiconto 2017 e di partecipare alle varie consultazioni on-line. Tutti i dettagli vi sono stati inviati tramite e-mail nelle scorse settimane. Abbiamo iniziato anche i lavori di progettazione per la ristampa del «Catechismo sul Modernismo» del P. Lemius, che contiamo di terminare, Dio volendolo, il prossimo mese. Oggi, con l’aiuto dell’Abate Giuseppe Ricciotti - riposi in pace -, impareremo alcune nozioni utilissime sul censimento di Quirinio e sul contesto storico e sociale dell’epoca. L’opera utilizzata è la rigorosa «Vita di Gesù Cristo» (Imprimatur 1940, 7a Edizione, Rizzoli & C. Editori, Milano - Roma, 1941).

• § § 183. Il solo Luca, l’evangelista che ha talune mire di storia universale (§ 141), mette in relazione la nascita di Gesù a Bethlehem con un censimento ordinato dalle autorità romane in Palestina: questo censimento avrebbe dato occasione a un viaggio di Giuseppe e di Maria a Bethlehem e alla nascita di Gesù in questa borgata. Ecco il testo di Luca: «Avvenne poi in quei giorni che uscì un decreto da Cesare Augusto di censire tutta la (terra) abitata. Questo censimento primo avvenne governando la Siria Cirinio. E tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Salì pertanto anche Giuseppe dalla Galilea, dalla città di Nazareth, nella Giudea, nella città di David la quale si chiama Bethlehem - giacché egli era del casato e della famiglia di David - per farsi censire insieme con Maria, la fidanzata di lui, ch’era gravida. Avvenne poi che, mentre essi erano colà, si compirono i giorni per il suo parto, e partorì, ecc.» (2, 1-7). Contro questo racconto si sollevano tre principali obiezioni: contro il fatto stesso del censimento; contro la sua possibilità giuridica; e contro la maniera in cui il censimento sarebbe stato compiuto. Contro il fatto stesso si obietta che noi conosciamo bensì un censimento compiuto nella Giudea da Quirinio (Cirinio), ma esso avvenne negli anni 6-7 dopo Cristo, quando Gesù era nato da più di 11 anni; invece nessun documento storico ci attesta che Quirinio abbia compiuto un precedente censimento verso il tempo della nascita di Gesù, cioè prima della morte di Erode, e nei territori di costui. Contro la possibilità giuridica del censimento si obietta che i territori del vivente Erode erano territori di un re «amico e alleato» di Roma (§ 11), e quindi Roma non aveva alcun diritto a farvi censimenti. Diverso fu il caso del censimento compiuto negli anni 6-7 d. Cristo, perché in quell’occasione Archelao, figlio di Erode, era stato deposto da Augusto ed i suoi territori passavano sotto il dominio diretto di Roma. Contro la maniera seguita nel censimento si obietta che dal racconto di Luca risulta che si sarebbe seguita la maniera giudaica secondo cui i censiti si recavano a iscriversi nei propri luoghi d’origine (§ 240). Ma si ritiene impossibile che le autorità romane, che avevano ordinato il censimento, adottassero quella maniera inusitata abbandonando per essa l’abituale maniera romana, la quale - perseguendo il tributum capitis e il tributum soli - si rifaceva al domicilio attuale dell’individuo ed al luogo ove egli aveva possedimenti. Quale fondamento hanno tali obiezioni? Esaminiamo brevemente questa vecchia questione alla sola luce dei documenti storici, e soprattutto la prima e principale obiezione mossa contro il fatto stesso del censimento anteriore alla morte di Erode.

• § 184. Di un censimento da compiersi per ordine di Augusto in tutta la (terra) abitata, ossia praticamente nell’Impero romano, parla esplicitamente il solo Luca. Ciò è vero. Ma se altri documenti non riferiscono esplicitamente ciò che riferisce Luca, non per questo Luca ha torto: l’argomento da silenzio, come tutti sanno, è il più debole e infido che vi sia nel campo storico. Fra gli innumerevoli esempi che si potrebbero addurre, basterà ricordare quello del nostro stesso caso, cioè il censimento fatto da Quirinio in Giudea negli anni 6-7 dopo Cristo; il quale censimento è attestato dal solo Flavio Giuseppe, e sebbene mostri qualche incongruenza logica e cronologica, ordinariamente non è richiamato in dubbio. Inoltre, il silenzio da cui si vorrebbe argomentare non è assoluto, e abbiamo molti indizi che c’inducono a supporre un piano di censimento generale. Augusto, eccellente organizzatore ed amministratore, si era creato un vero protocollo personale, quasi uno specchio della forza demografica e finanziaria dell’impero, perché alla sua morte - a detta di Tacito - fu ritrovato un Breviarium Imperii scritto tutto di sua mano nel quale erano indicate tutte le entrate pubbliche, il numero dei cittadini (romani) e degli alleati ch’erano nelle armi, lo stato della flotta, dei regni (alleati), delle province, delle imposte, dei tributi, dei bisogni, e delle largizioni (Annal., I, II). Ora, tutte queste precise notizie come avrebbe potuto Augusto saperle senza censimenti, computi, investigazioni, o simili procedimenti? E procedimenti di tal genere sono in realtà attestati. Augusto stesso nel celebre monumentum Ancyranum (ad Ankara) afferma di aver compiuto tre volte il censimento dei cives romani, cioè nel 28 avanti Cristo, nell’8 av. Cr., e nel 14 dopo Cristo È noto altronde che nel 28 av. Cr. furono censite le Gallie, ed è molto probabile che verso lo stesso tempo fosse censita anche la Spagna; inoltre dai papiri recentemente scoperti risulta che in Egitto si eseguivano censimenti periodici alla distanza di 14 anni l’uno dall’altro, ed il più antico quasi sicuramente attestato è dell’anno 5-6 d. Cr., a cui seguirono quelli degli anni 19-20, 33-34, 47-48 e così di seguito fino al secolo III. Questi provvedimenti dimostrano che il progetto di un censimento generale doveva essere nei piani di Augusto, sebbene la sua attuazione non fosse simultanea in tutto l’Impero, e che egli l’andava attuando gradualmente già da qualche tempo quando nacque Gesù. Veniamo adesso al Quirinio di Luca.

• § 185. Il senatore P. Sulpicio Quirinio ci è noto anche dagli storici romani. Nato a Lanuvio, vicino a Tuscolo, per la sua intelligente operosità era salito ad alte cariche nell’Impero: aveva governato a Creta ed a Cirene, e impiger militiæ et acribus ministeriis, consulatum sub divo Augusto, mox expugnatis per Ciliciam Homonadensium castellis insignia triumphi adeptus, datusque rector Gaio Cæsari Armeniam obtinuit (Tacito, Annal., III, 48). Di queste cariche a cui allude Tacito, il consolato è da assegnarsi all’anno 12 avanti Cristo e l’assistenza al giovanetto Gaio Cesare, nepote d’Augusto, agli anni 1 av. Cr. - 3 dopo Cristo. Ma il consolato apriva anche la via alla carica di legatus in una provincia imperiale (§ 20); e difatti troviamo che Quirinio è al governo della provincia di Siria come legato durante gli anni 6-7 dopo Cr., allorché, deposto Archelao, venne in Giudea ad eseguire insieme col procuratore Coponio il già accennato censimento (§ § 24, 43). Tuttavia questa legazione di Quirinio in Siria non ha alcuna relazione con la nascita di Gesù, giacché non cominciò prima dell’anno 6 dopo Cr., quando cioè Gesù era circa undicenne. Del resto lo stesso Luca mostra di conoscere bene il censimento degli anni 6-7 dopo Cr. e le sue sanguinose conseguenze (cfr. Atti, 5, 37), e quindi sa certamente che quello non può essere il censimento della nascita di Gesù. Vi fu dunque un censimento anteriore a quello degli anni 6-7 d. Cr.? E fu eseguito, anche questo, da Quirinio? Alcuni studiosi, tanto fra protestanti quanto fra cattolici, hanno risposto alle precedenti domande traducendo in maniera particolare il passo di Luca, 2, 2 (...). Noi, sopra (§ 183), l’abbiamo tradotto: «Questo censimento primo avvenne governando la Siria Cirinio», ed è la traduzione comune; ma gli accennati studiosi lo traducono: «Questo censimento avvenne prima (di quello avvenuto) governando la Siria Cirinio». Con ciò la questione è risolta; il censimento della nascita di Gesù è diverso e anteriore a quello tenuto da Quirinio nel 6-7 dopo Cristo, sebbene non si dica di quanto tempo anteriore. Questo modo di tradurre l’aggettivo greco (...) dandogli il significato di «anteriore», «precedente», è certamente possibile, e se ne trovano esempi negli stessi Vangeli (cfr. Giovanni, 1, 15.30; 15,18), oltreché nei papiri e altrove; tuttavia non si può negare che è una traduzione peregrina, e che in realtà è suggerita dal desiderio di evitare la difficoltà storico-cronologica offerta dal passo. Seguendo pertanto la spontanea traduzione comune e affrontando in pieno quella difficoltà, vi sono altri argomenti per risolverla? Affinché Quirinio eseguisse nella Giudea un censimento contemporaneo alla nascita di Gesù, era necessario che egli già in quell’epoca fosse legato in Siria, o almeno vi compisse qualche importante missione investito di speciale autorità. Ebbene, a questo proposito abbiamo testimonianze molto significative.

• § 186. Un’iscrizione frammentaria trovata a Tivoli nel 1764 (oggi al museo Lateranense), confrontata con un iscrizione di Emilio Secondo trovata a Venezia nel 1880, offre sufficiente base per concludere che Quirinio sia stato già una volta legato in Siria in un tempo imprecisato, ma certamente qualche anno prima dell’Era Volgare. Se egli infatti fu console nel 12 av. Cr., questa sua prima legazione di Siria dovrà essere posta senza dubbio dopo questo anno; ma quanto tempo dopo? Un’iscrizione trovata nel 1912 ad Antiochia di Pisidia informa che Quirinio era duumviro onorario di quella colonia romana, e questa onorificenza induce a credere che egli fosse al governo di Siria già nel tempo dell’iscrizione; il quale però non può essere fissato con precisione di anni. D’altra parte circa fra gli anni 9-1 av. Cr. bisogna includere come legati di Siria tre personaggi che Flavio Giuseppe menziona, senza però comunicarci i limiti estremi del tempo che rimasero in carica. Essi sono M. Tizio, che è menzionato verso l’anno (10) 9 (o anche 8) av. Cr.; Senzio Saturnino che durò dall’8 al 6 av. Cr.; Quintilio Varo che durò dal 6 al 5 av. Cr. Con l’1 av. Cr. è legato di Siria G. Cesare, nepote di Augusto: per gli altri anni di quest’ultimo decennio avanti l’Era Volgare (3-2 av. Cr.), non abbiamo notizie esplicite, le quali pure ci mancano riguardo alla durata di M. Tizio; dunque la prima legazione di Quirinio in Siria può essere avvenuta in uno di questi due interstizii, o nel 3-2 av. Cr., oppure subito prima o subito dopo la legazione di M. Tizio, cioè dopo l’anno 12 av. Cr. in cui Quirinio fu console, ma prima dell’8 in cui legato di Siria fu Saturnino. Se si suppone che Quirinio fu legato negli anni 3-2 av. Cr., la questione del censimento non è ancora risolta, perché Gesù è nato prima del 4 av. Cr. Resta dunque l’altro interstizio fra gli anni 12-8 av. Cr., che bisogna tener presente come una possibilità. Ma riguardo allo stesso Quirinio abbiamo un’altra notizia che potrebbe offrire una risoluzione diversa in tutto il problema. La campagna contro gli Omonadensi accennata testé fugacemente da Tacito è confermata e presentata più ampiamente da Strabone (XII, 6, 5), il quale comunica che Quirinio intraprese questa campagna per vendicare la morte del re Aminta ucciso dagli Omonadensi, briganti della Cilicia; poiché la Cilicia dipendeva dalla provincia di Siria, torna di nuovo la conclusione che Quirinio, conducendo questa campagna, o era legato di Siria o vi godeva di speciale autorità per gli scopi della campagna. Quando avvenne però questa campagna? Una risposta sicura anche qui non possiamo darla con notevole probabilità, sebbene non con certezza, si può supporre che avvenisse tra gli anni 10 e 6 av. Cr. Un ultimo dato, negativo ma importante, è offerto incidentalmente da Tertulliano. Questo eccellente giurista, ch’era benissimo in grado di conoscere i documenti anagrafici romani, rinvia con sicurezza al censimento fatto sotto Augusto in Giudea da Senzio Saturnino come a quello da cui risulta la nascita di Gesù: Sed et census constat actos sub Augusto tunc in Judæa per Sentium Saturninum, apud quos genus eius inquirere potuissent (Adv. Marcion., IV, 19). La menzione qui di Saturnino invece che di Quirinio è assolutamente inaspettata, e già per questo mostra che Tertulliano non dipende da Luca bensì attinge la sua notizia da documenti dell’Impero, forse ufficiali; e il valore della notizia, sebbene negativo, è grandissimo, perché già vedemmo che Saturnino fu legato in Siria poco prima o poco dopo Quirinio.

• § 187. Esaminati fin qui tutti i dati disponibili, si presentano due soluzioni dell’intera questione. Una soluzione può supporre che la prima legazione di Quirinio si svolse fra gli anni 10-8 av. Cr. Sul finire di questo tempo egli indisse il censimento, il quale appunto perché primo incontrò difficoltà in Giudea, e si protrasse così a lungo da essere condotto a termine dal successore Senzio Saturnino. Presso i Giudei, ch’erano rimasti fortemente impressionati da questo primo censimento, esso passò alla storia sotto il nome di Quirinio che l’aveva iniziato, e Luca segue questa denominazione giudaica; presso i Romani lo stesso censimento passò sotto il nome di Saturnino che l’aveva terminato, e Tertulliano segue questa denominazione romana. Può darsi anche che Saturnino da principio fosse il subordinato cooperatore di Quirinio nell’esecuzione del censimento: infatti più tardi, nel censimento degli anni 6-7 d. Cr., il procuratore Coponio fu egualmente cooperatore di Quirinio (§ 24), ed egualmente Emilio Secondo nella sua lapide (§ 186) dice di aver eseguito il censimento della città di Apamea per ordine dello stesso Quirinio (certamente durante la sua prima legazione). Tuttavia in seguito Saturnino, succeduto a Quirinio nella legazione di Siria, rimase solo anche nell’esecuzione del censimento. Una soluzione analoga, ma forse meno probabile, si otterrebbe invertendo le due legazioni, anteponendo cioè quella di Saturnino (8-6 av. Cr.) a quella di Quirinio (3-2 av. Cr.). In tal caso Gesù sarebbe stato censito in realtà da Saturnino, ma l’intero censimento sarebbe stato poi attribuito a Quirinio che lo terminò. L’altra soluzione parte dal fatto che in una stessa provincia romana talvolta potevano ritrovarsi, insieme col legato imperiale, anche altri insigni ufficiali con incarichi particolari, mentre poi legato e ufficiali erano chiamati indistintamente «governatori». E Questo fatto è dimostrato con certezza soprattutto riguardo alla Siria. E in realtà Flavio Giuseppe parla più volte del nostro Senzio Saturnino e insieme di un (procuratore) Volumnio chiamandoli collettivamente «governatori», o di Cesare (Antichità giud., XVI, 277) o della Siria (ivi, 344), ovvero «prefetti», della Siria (ivi, 280). Inoltre Nerone, verso il 63, affidò la legazione di Siria a Cizio o Cincio (forse Cestio), ma lasciò in quella provincia il precedente legato Corbulone, riserbando a costui il comando militare con poteri straordinari, come a esperto stratega che già aveva guerreggiato contro i Parti (Tacito, Annal., XV, 25, cfr. I segg.). Parimenti nell’ultima guerra contro Gerusalemme il legato di Siria era Muciano, ma Nerone affidò il comando militare a Vespasiano. Quanto all’Africa, una pietra miliaria del 75 dopo Cr. nomina due legati Augusti, specificando che uno di essi è addetto al censimento e l’altro al comando militare. Accertata questa possibilità della coesistenza contemporanea di più «governatori», è da rilevare che Luca afferma il censimento essere stato fatto «governando» Quirinio la Siria. Ma, in primo luogo, non dice che il censimento fu fatto da lui direttamente, come sembra dire la Vulgata; inoltre, egli non specifica che specie di «governo» fosse quello tenuto allora da Quirinio, se civile-militare ovvero solo militare. Poté dunque avvenire che, al tempo della nascita di Gesù, il legato ordinario di Siria fosse Saturnino, mentre Quirinio era il capo militare della guerra contro gli Omonadensi. I poteri concessi a Quirinio per questa guerra gli permettevano anche di fare censimenti nella provincia in cui guerreggiava e nelle regioni da essa dipendenti. Tertulliano attribuirebbe il censimento a Saturnino, legato ordinario; Luca l’attribuirebbe a Quirinio, sia perché egli effettivamente lo ordinò in virtù dei suoi poteri militari, sia perché Quirinio era rimasto celebre per il suo secondo censimento che rappresentò l’assoggettamento definitivo della Giudea.

• § 188. Queste soluzioni hanno ciascuna le loro probabilità, ma chiare e definitive non sono. Il lato in cui esse rimangono in una fastidiosa imprecisione, causata dalla mancanza di documenti, è quello cronologico, che invece sarebbe il più importante nei riguardi della nascita di Gesù. Come è sicura la campagna di Quirinio contro gli Omonadensi, così si può ritenere quasi sicura la sua prima legazione in Siria avanti all’Era Volgare. Ma in quali anni precisamente avvennero questi fatti? Abbiamo visto che a tale domanda si danno risposte varie e solo approssimative, le quali perciò non offrono una solida base alla cronologia della nascita e vita di Gesù. Rimangono le altre due obiezioni sollevate contro il racconto di Luca (§ 183), le quali però sono molto meno gravi. Poteva un rappresentante di Roma fare un censimento nei territori di Erode, re «amico ed alleato» di Roma? Checché sia della questione puramente giuridica, in pratica la cosa era possibilissima e del tutto naturale, data la sudditanza assoluta che legava Erode ad Augusto. Dopo ciò che sappiamo del servilismo che Erode mostrò sempre, ma specialmente negli ultimi anni di sua vita verso Augusto (§ 11), non è neanche da pensare ch’egli ardisse opporsi il giorno in cui l’onnipotente signore del Palatino avesse deciso, per ragioni di politica generale, di censire i territori dell’umilissimo suo vassallo. Quanto alla maniera giudaica seguita nel censimento a preferenza della maniera romana, si può scorgere in questo particolare, non già un’obiezione, ma una conferma alla storicità del racconto di Luca. I Romani, è vero, avevano la loro propria maniera di censire; ma erano anche esperti politici, e perciò sapevano ben evitare inutili difficoltà di governo e non urtare senza ragione la suscettibilità dei popoli soggetti. A Roma si sapeva perfettamente che il censimento d’un popolo straniero, soprattutto se era il primo censimento, costituiva un’operazione pericolosa, perché rappresentava la prova ufficiale della soggezione di quel popolo: per citare un solo esempio, basti ricordare che il censimento delle Gallie cominciato nel 28 av. Cr. da Augusto provocò ribellioni gravissime, tanto che fu dovuto sospendere per allora, e poi fu ripreso altre due volte da Druso e poi da Germanico. A Roma, quindi, si saranno previsti con certezza grandi malumori da un censimento di Giudei, tenacemente attaccati alle proprie tradizioni per motivi religiosi e nazionali. E in tali condizioni sarebbe stato insensato aumentare ancora le difficoltà, seguendo la maniera romana. Roma non s’impuntava su vuote formalità: purché il censimento si effettuasse, importava poco che si seguisse la maniera romana o quella giudaica, mentre una elementare prudenza consigliava appunto di seguire la maniera giudaica specialmente in questo primo censimento. Noi, del resto, non sappiamo se nel secondo censimento, fatto da Quirinio nel 6-7 d. Cr., si seguì la maniera romana: può darsi di si, ma può anche darsi che si seguisse la maniera giudaica. Dai papiri, tuttavia, risulta che in Egitto i Romani imponevano ai cittadini che si trovavano fuori dei propri distretti, di ritornarvi in occasione del censimento: il che; sarebbe in favore del racconto di Luca. Fine.

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Da «Vita di Gesù Cristo», Imprimatur 1940, Giuseppe Ricciotti (preghiamo l'Eterno riposo ...), 7a Edizione, 32° - 36° migliaio, Encomio solenne della Reale Accademia d’Italia, Rizzoli & C. Editori, Milano - Roma, 1941.