Comunicato numero 11. San Giovanni Bosco: la buona stampa «mezzo divino» contro il modernismo

San Giovanni Bosco, in una sua lettera del 19 Marzo, festa di san Giuseppe, anno 1885, definisce la buona stampa «mezzo Divino», poiché, secondo il Santo, «Dio stesso se ne giovò a rigenerazione dell’uomo». Fra i mezzi che egli ritiene «migliori per ogni giorno più crescere in zelo ed in meriti al cospetto di Dio», si annoverano «i libri buoni, diffusi nel popolo, [che] sono uno dei mezzi atti a mantenere il regno del Salvatore in tante anime». Ci esorta, così, ad «imitare l’opera del Padre Celeste», diffondendo, attraverso i libri veramente cattolici, «i pensieri, i principii, la morale», che «sono  sostanza tratta dai libri divini, dalla tradizione Apostolica, [... dal Magistero]». Sono essi tanto più necessari, in quanto «l’empietà e l’immoralità oggigiorno si attiene a quest’arma, per fare strage nell’ovile di Gesù Cristo, per condurre e per trascinare in perdizione gli incauti ed i disobbedienti». Pertanto, tuona don Bosco, «è necessario opporre arma ad arma», difatti «il buon libro entra persino nelle case ove non può entrare il sacerdote, è tollerato eziandio dai cattivi come memoria o come regalo. Presentandosi non arrossisce, trascurato non s’inquieta, letto insegna verità con calma, disprezzato non si lagna e lascia il rimorso che talora accende il desiderio di conoscere la verità; mentre esso è sempre pronto ad insegnarla». Allora, «quante anime furono salvate dai libri buoni, quante preservate dall’orrore, quante incoraggiate nel bene. Chi dona un libro buono, non avesse altro merito che destare un pensiero di Dio, ha già acquistato un merito incomparabile presso Dio. Eppure quanto di meglio si ottiene! Un libro in una famiglia, se non è letto da colui a cui è destinato o donato, è letto dal figlio o dalla figlia, dall’amico o dal vicino. Un libro in un paese talora passa nelle mani di cento persone. Iddio solo conosce il bene che produce un libro in una città, in una biblioteca circolante, in una società d’operai, in un ospedale, donato come pegno di amicizia». San Giovanni Bosco, in questa lettera, racconta di come fu faticoso per lui, fra i tanti improrogabili doveri propri della sua missione, dedicarsi anche alla pubblicazione e diffusione della buona stampa, nonostante «l’odio rabbioso dei nemici del bene, le persecuzioni - ci dice - contro la mia persona» che «dimostrarono, come l’errore vedesse in questi libri un formidabile avversario e per ragione contraria un’impresa benedetta da Dio». La nostra  Associazione, che, grazie a Dio, in tre mesi di azione già conta 20 iscritti fra Associati e Simpatizzanti, sull’esempio di san Giovanni Bosco, sebbene indegnissimamente, si propone di diffondere il più possibile quei tanti autori e testi di vero cattolicesimo così osteggiati dai nemici di Dio che, purtroppo, rispetto ai tempi di don Bosco, oggi agitano le loro perverse mani ed eccitano le menti dei deboli non più solamente negli ambienti dichiaratamente anticlericali, atei, socialisti, liberali e settari in generale, ma soprattutto all’interno della Chiesa stessa, come ebbe a dichiarare nella Pascendi (1907), quasi profeticamente, il nostro san Pio X: «I consigli di distruzione [i modernisti] non li agitano [...] al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; [...] il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei [della Chiesa], con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde». Con umiltà, preghiera e carità, diffondiamo il più possibile Sursum Corda. Informiamoci ed informiamo!

Carlo Di Pietro