Comunicato numero 197. Si Prova che l’Inferno c’èStimati Associati e gentili Sostenitori, è possibile richiedere l’iscrizione all’Associazione per l’anno 2020 usando il link: https://bit.ly/367OkBn. Per rinnovare l’iscrizione è, invece, necessario utilizzare il link:  https://bit.ly/2R6TQQq. Ci auguriamo che tutti voi abbiate ricevuto per posta il libro omaggio, le ultime pubblicazioni di Sursum Corda e la copia del bollettino per pagare la quota annuale. Dal giorno 2 di marzo il settimanale verrà - come da prassi - inviato solamente agli Associati in regola con il versamento della quota ed ai benefattori.

• Come si fa a sapere se l’Inferno c’è? Che cos’è questo Inferno del quale oggi si parla troppo poco (con grave danno per la vita spirituale degli uomini) e che invece sarebbe bene, anzi, doveroso conoscere nella giusta luce? È il castigo che Dio ha dato agli angeli ribelli e che darà anche agli uomini che si ribellano a Lui e disobbediscono alla sua legge, se muoiono nella sua inimicizia. Prima di tutto conviene dimostrare che c’è e poi cercheremo di capire che cosa è. Così facendo, potremo arrivare a delle conclusioni pratiche. Per abbracciare una verità la nostra intelligenza ha bisogno di solide argomentazioni. Trattandosi di una verità che ha tante e così gravi conseguenze per la vita presente e per quella futura, prenderemo in esame le prove della ragione, poi le prove della divina Rivelazione e infine le prove della storia.

• Le prove della ragione. Gli uomini, anche se molto spesso, poco o tanto, si comportano ingiustamente, sono concordi nell’ammettere che a chi fa il bene spetta il premio e a chi fa il male spetta il castigo. Allo studente volonteroso spetta la promozione, allo svogliato la bocciatura. Al soldato coraggioso si consegna la medaglia al valore militare, al disertore è riservato il carcere. II cittadino onesto è premiato col riconoscimento dei suoi diritti, il delinquente va colpito con una giusta punizione. Dunque, la nostra ragione non è contraria ad ammettere il castigo per i colpevoli. Dio è giusto, anzi, è la Giustizia per essenza. II Signore ha dato agli uomini la libertà, ha impresso nel cuore di ognuno la legge naturale, che impone di fare il bene e di evitare il male. Ha dato anche la legge positiva, compendiata nei Dieci Comandamenti. È mai possibile che il Legislatore Supremo dia dei Comandamenti e poi non si curi se vengono osservati o calpestati? Lo stesso (infame, ndr) Voltaire, filosofo empio, nella sua opera «La legge naturale» ebbe il buon senso di scrivere: «Se tutto il creato ci dimostra l’esistenza di un Ente infinitamente sapiente, la nostra ragione ci dice che deve pur essere infinitamente giusto. Ma come potrebbe essere tale se non sapesse né ricompensare né punire? Il dovere di ogni sovrano è di castigare le azioni cattive e di premiare quelle buone. Volete che Dio non faccia ciò che la stessa giustizia umana sa fare?».

• Le prove della Rivelazione divina. Nelle verità di fede la nostra povera intelligenza umana può dare soltanto qualche piccolo contributo. Dio, Suprema Verità, ha voluto svelare all’uomo cose a lui misteriose; l’uomo è libero di accettarle o di rifiutarle, ma a suo tempo renderà conto al Creatore della sua scelta. La divina Rivelazione è contenuta anche nella Sacra Scrittura così come è stata conservata e viene interpretata dalla Chiesa. La Bibbia si distingue in due parti: Antico Testamento e Nuovo Testamento. Nell’Antico Testamento Dio parlava ai Profeti e questi erano i suoi portavoce presso il popolo ebreo. II re e profeta Davide scrisse: «Siano confusi gli empi, tacciano negli inferi» (Sal. 30, 18). Degli uomini che si sono ribellati contro Dio il profeta Isaia disse: «Il loro verme non morirà, il loro fuoco non si spegnerà» (Is. 66, 24). Il precursore di Gesù, San Giovanni Battista, per disporre gli animi dei suoi contemporanei ad accogliere il Messia, parlò anche di un compito particolare affidato al Redentore: dare il premio ai buoni e il castigo ai ribelli e lo fece servendosi di un paragone: «Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile» (Mt. 3, 12). Il Figlio di Dio. Nella pienezza dei tempi, duemila anni fa, mentre a Roma imperava Cesare Ottaviano Augusto, fece la sua comparsa nel mondo il Figlio di Dio, Gesù Cristo. Ebbe allora inizio il Nuovo Testamento...

Da «L’Inferno c’è», don Tomaselli, imprimatur 1954.

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